Roberto Barocci, del Forum Ambientalista Grosseto, ribatte all’assessore Tei in merito agli importi degli introiti della raccolta differenziata nel comune di Grosseto:
«L’ex assessore all’Ambiente Tei e il consigliere PD Rosini hanno confermato con le loro recenti dichiarazioni che apparentemente non conoscono il problema che abbiamo sollevato: la mancanza nella contabilità del Comune dei ricavi sicuramente crescenti dal 2011 ad oggi, derivanti dalla vendita di materie recuperate con la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti.
Tali ricavi non sono stati comunicati, nonostante le nostre formali richieste protocollate dal 2011 e nonostante gli obblighi nascenti dalle norme sulla contabilità normalizzata, che una mozione approvata in Consiglio comunale nel 2009 sollecitava la loro applicazione anche a Grosseto.
Questa apparente incomprensione da parte dei responsabili della città di Grosseto, e quindi per il suo peso, dell’intero ATO/rifiuti, è un indice preoccupante che spiega bene perché sulla raccolta differenziata, con un misero 36%, siamo agli ultimi posti nell’Italia del centro-nord e perché abbiamo le tariffe tra le più alte d’Italia.
Per la comprensione del problema necessita una premessa: il mercato delle materie recuperate dai rifiuti assegna valori molto diversificati, da 0 a 300, a seconda della presenza o meno di impurità. Mentre con i cassonetti stradali le qualità di carta, plastiche, vetro, metalli…sono pessime e i ricavi quasi inesistenti, con la raccolta porta a porta si consegue un’ottima qualità facendo crescere le entrate per il Comune, che cede alle industrie i suoi rifiuti. Ad esempio, per il cartone ci sono quattro prezzi: per la prima fascia, con frazione estranea inferiore all’1,5%, pagano 93 euro a tonnellata, per la quarta fascia, con frazione estranea superiore al 4% non pagano nulla. E così per tutti gli altri materiali.
Pertanto dall’avvio della raccolta porta a porta del 2011, in via di estensione, si sarebbe dovuto registrare ricavi crescenti, come è documentato in altre città, dove si registrano costanti riduzione di tariffe. Ciò a Grosseto non è avvenuto poiché si è preferito affidare ad una società privata, prima Ecolat, poi SEI il lavoro di selezione dei vari materiali, cedendo al privato gli incassi per la vendita. Ma questa è la domanda che abbiamo chiaramente posto e alla quale non abbiamo finora ricevuto risposta: “Quale interesse persegue il Comune di Grosseto quando annualmente cede con un contratto ad un privato le materie raccolte, senza sapere quantità, qualità e valore registrati a consuntivo dell’anno precedente per lo stesso servizio? Quindi senza sapere il probabile valore economico di ciò che cede?”. Quelle che seguono sono le considerazioni finali dell’ennesima richiesta ai responsabili amministrativi e politici del settore e che abbiamo protocollato il giorno 28 del mese scorso in Comune di Grosseto: “…le suddette entrate, essendo molto condizionate dalle qualità e, pertanto, dalle forme di raccolta, se con il metodo del porta a porta o del cassonetto stradale, devono essere registrate in funzione delle forme di raccolta, per consentire il rispetto delle volontà del legislatore, che prevede riduzioni tariffarie (quota variabile) ai cittadini che collaborano nel differenziare. Appare evidente che il perdurare dell’assenza nella contabilità del Comune delle voci di cui al punto precedente, oltre a configurarsi quale omissione inquietante, è indice di una mancanza di interesse da parte dell’Amministrazione pubblica nel valutare e scegliere le forme migliori di raccolta rifiuti, che possono garantire il minor costo delle tariffe”. Aspettiamo le risposte».