La Lav ha tra i fini del suo statuto l’abolizione dell’allevamento e uno dei principi fondanti è la scelta vegan. Ogni incontro con gli allevatori si ridurrebbe a una contrapposizione tra chi sfrutta e uccide animali di mestiere e chi invece li difende nel loro diritto alla vita.
“Leggere richieste di confronto con noi come quelle di Virgilio Manini, presidente del Comitato Agnello Igp, fa sorridere – commenta Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto – e fa capire quanto poco comprendano queste persone della realtà animalista e della Lav, che si basa sul concetto della non violenza esteso agli animali. I primi nemici di pecore e agnelli sono proprio gli allevatori. Le predazioni sono qualcosa che certamente ci dispiace, ma che non può sfociare in una difesa dell’attività zootecnica, un settore che vive sulla morte di animali indifesi. Dovremmo forse abbattere i lupi e i cani per permettere a qualcuno di uccidere i medesimi ovini da questi predati per venderne le carni? Tra una morte e l’altra è un gioco che per gli animali non ha nessun vantaggio, mentre grande sarebbe il guadagno per pecore e agnelli nella fine di questo tipo di imprenditoria e nel cambiamento delle abitudini alimentari degli italiani”.
“Al di là di qualunque politica per il contenimento del randagismo e la difesa delle specie selvatiche, l’unica cosa che potremmo dire agli allevatori è di cambiare lavoro e di promuovere attività che non comprendano lo sfruttamento e l’uccisione di animali. Se vogliono un incontro pubblico per sentirselo ribadire siamo disponibili. Certamente non ci convinceranno ad essere complici della loro macchina di morte”, conclude Bottinelli.