“Anche le emissioni della seconda settimana dal riavvio dell’impianto di Scarlino Energia evidenziano valori 4 volte al di sotto del limite di legge, e questo conferma che sono state individuate correttamente le cause degli sforamenti registrati nei mesi scorsi”.
A dichiararlo è l’assessore all’ambiente della Provincia di Grosseto, Patrizia Siveri, dopo aver consultato i dati dell’autocontrollo effettuato da Scarlino Energia.
“Nel momento in cui è stata rilasciata l’autorizzazione all’esercizio – spiega Siveri – a Scarlino Energia è stato prescritto un monitoraggio settimanale delle emissioni in atmosfera. Come già spiegato in precedenza, le verifiche tecniche effettuate dopo le fughe di diossina registrate alcuni mesi fa, avevano individuato la causa nella difettosa gestione del sistema di filtraggio ‘denox’ che presiede ad una delle fasi di depurazione delle emissioni del processo combustivo.
Gli interventi effettuati dall’azienda sulla base delle nostre prescrizioni stanno dando riscontri positivi e la seconda settimana di monitoraggio ha messo in evidenza che le emissioni sono abbondantemente al di sotto dei limiti di legge. D’altra parte, il buon livello di collaborazione fra enti pubblici e aziende che operano nell’area industriale ha sempre consentito alla Provincia di ricevere le informazioni sui risultati dei monitoraggi in tempi rapidi, così da poter prendere in modo tempestivo le decisioni più opportune a tutela della salute pubblica e dell’ambiente”.
“Questo ci rassicura e ci consente di guardare con serenità alla gestione ambientale dell’area industriale del Casone di Scarlino, che ha una rilevanza strategica come polo produttivo e occupazionale – continua l’assessore provinciale -. Voglio sottolineare questo aspetto, perché ritengo che gli atteggiamenti allarmistici non contribuiscano né all’efficace gestione delle eventuali difficoltà, né contribuiscano positivamente alla buona reputazione del comprensorio di Follonica e Scarlino, che ha una grande rilevanza in termini turistici.
D’altra parte, come ha messo in evidenza la stessa Arpat, alcuni problemi relativi ai cattivi odori percepiti nel quartiere di Cassarello non sono riconducibili alle attività industriali del Casone, ma chiamano in causa il sistema di depurazione dei reflui civili. Il che dovrebbe spingere l’Ato Toscana e il Comune di Follonica a programmare investimenti di adeguamento dell’impianto, che soprattutto in estate risulta sottodimensionato, in modo da eliminare il problema della formazione dei miasmi”.