“I lupi sono un pretesto per cercare soluzioni sbagliate da parte di allevatori che mirano solo ai risarcimenti. E’ ben noto che la grande maggioranza degli attacchi sono dovuti a cani, spesso quelli degli stessi allevatori, lasciati liberi di muoversi nelle campagne”.
Con queste parole, la Lav Grosseto interviene sul recente caso delle quindici pecore uccise nella zona di Montorgiali.
“A riprova di questo – spiega Giacomo Bottinelli, responsabile Lav Grosseto – finora nell’ambito del progetto Ibriwolf, messo in atto dalla Provincia di Grosseto con una serie di partner e ampi finanziamenti europei, si sono catturati solo cani vaganti. Ciò conferma che se i lupi ci sono, come è vero, sono tuttavia pochissimi e che la responsabilità dei danni alle greggi è piuttosto da ricercarsi in una errata gestione del randagismo e del vagantismo canino nelle zone rurali, competenza dei sindaci in base alla legge 281/91 e alla legge regionale 59/2009”.
“La politica degli abbattimenti chiesta sempre a gran voce da allevatori e agricoltori – continua Bottinelli – è dannosa nella gestione di qualunque specie e di fatto ne causa l’incremento nel tempo, come è ben evidente per i cinghiali. Purtroppo è troppo spesso l’unica soluzione che viene prospettata da amministratori e tecnici in realtà collusi con l’elettorato venatorio. Affermare che prima degli abbattimenti si sono tentati metodi incruenti è un pro forma per rispettare solo sulla carta il dettame della normativa in materia”.
“C’è infine un paradosso nelle lamentele per gli attacchi alle greggi – conclude il responsabile Lav Grosseto – : gli allevatori sono gli stessi che massacrano agnelli per il proprio guadagno, ma si presentano in questi casi come vittime addolorate per la perdita dei propri animali, quando è evidente che l’unico dolore è quello del danno economico”.