Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente una lettera aperta di Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, sull’alluvione che ha colpito la provincia di Grosseto:
“La bomba d’acqua che si è riversata inclemente sul nostro territorio (415 millimetri di pioggia su una media annuale di 800) è fortemente connessa con l’aumento d’intensità e frequenza di eventi eccezionali legato ai cambiamenti climatici dovuti alle attività umane che stanno danneggiando gravemente la salute del pianeta.
In questi giorni siamo intervenuti significativamente come Legambiente, in stretto coordinamento con la rete della Protezione civile, con i nostri volontari per cercare di portare aiuto alle popolazioni colpite, lavorando senza indugio per svuotare case, garage e scantinati dall’acqua e dal fango, per prestare aiuto alle persone spesso demoralizzate, demotivate e con una grande tristezza addosso. L’entusiasmo, la spontaneità e l’energia di tanti giovani, amici, residenti, così come di tante persone venute da tutta Italia, sta aiutando moltissimo chi ha vissuto in prima persona questa calamità, a poterla gestire meglio e superare le immagini sconvolgenti impresse indelebilmente nei loro occhi. Abbiamo visto tante persone disperate, che sono rimaste isolate e spesso salve per miracolo, aggrappate ai tetti e alle scale, che hanno visto da vicino la forza irrefrenabile della piena. Persone che hanno perso tutto: i familiari, la casa, l’automobile, i beni più cari.
Adesso occorre continuare ad aiutare chi ancora è in difficoltà, soprattutto nelle aree rurali e agricole dove la situazione è in molti casi disperata. Qui è più difficile, infatti, togliere l’enorme quantità di fango depositato sui campi e che ha sommerso le case, dove servono oltre ai volontari mezzi pesanti, dove va ripristinato al più presto il sistema di fossi, scoline, canali che favoriscono lo smaltimento delle acque superficiali. Ma serve anche dare risposte concrete e pensare a cosa fare per il futuro.
Occorre, infatti, una strategia per cercare di supplire all’emergenza e, allo stesso tempo, una svolta decisiva affinché eventi di questa entità non provochino più danni così ingenti in termini di vite umane, abitazioni sott’acqua e di guasti pesanti al territorio e all’economia. Servono risorse economiche immediate da parte del Governo che sostengano concretamente il territorio, gli agricoltori, gli imprenditori e le famiglie, è fondamentale la deroga al patto di stabilità per poter svincolare risorse da parte degli enti locali, è altrettanto importante oltre agli interventi di emergenza che si stanno compiendo per ripristinare gli argini dei fiumi e dei torrenti, rotti dall’alluvione, una programmazione di interventi di messa in sicurezza del territorio rispetto alle aree a maggiore rischio.
Mai come oggi la Maremma è in ginocchio, stremata dai disastri che si sono succeduti nel corso degli ultimi mesi, dalla Concordia, al gelo e alla neve, agli incendi boschivi fino ad arrivare alle alluvioni di questi giorni, mai come ora c’è bisogno di un forte coordinamento e di una coesione tra gli enti locali per fronteggiare una situazione che comincia a essere gravissima non solo dal punto di vista della gestione del territorio, ma anche dal punto di vista economico. Tutto questo è fondamentale in un’area come la nostra, scarsamente abitata, molto estesa e con numerosi fronti da gestire per la tutela, il controllo e la manutenzione del territorio.
Ma altrettanto importante è ripensare a una pianificazione territoriale che in base alle nuove previsioni legate agli eventi eccezionali e alle bombe d’acqua eviti drasticamente, come dissennatamente è stato fatto fino ad oggi, le costruzioni nelle aree a rischio e in quelle che hanno subito l’esondazione. Questa è un’amara lezione che tutti gli enti locali devono ricevere e assumere con trasparenza e coraggio per salvare vite umane e per governare e tutelare in modo più efficace il territorio.
La più grande opera pubblica che questo paese può realizzare è infatti proprio legata alla prevenzione, alla manutenzione e alla mitigazione del rischio idraulico, in tal senso la Maremma deve divenire un banco di prova in cui dalla drammaticità di un’alluvione come quella che abbiamo subito si trovi la forza per investire risorse significative, non solo per tappare i buchi legati all’emergenza, ma per una vera strategia legata a minore consumo di suolo, maggiore tutela del territorio e salvaguardia dal rischio idraulico.
Ma per far questo servono risorse ingenti in tempi rapidi da destinare con la massima priorità ai territori più disastrati , non sopporteremo come è successo troppe volte che, una volta calati i riflettori dei media con essi scompaia anche l’attenzione, la vicinanza e il sostegno concreto quanto mai necessario per superare e risolvere un disastro che con la sua drammaticità rimane ancora sotto gli occhi di tutti”.