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Autostrada tirrenica: associazioni, comitati e Legambiente lanciano l’allarme

di Roberto Lottini
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Dall’agriturismo biologico della Selva al Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dell’Oro, da Magliano fino a Capalbio, sono innumerevoli i paesaggi a rischio di scomparsa assieme a ettari ed ettari di aree agricole di pregio, aziende agricole e posti di lavoro. La discussione sul percorso dell’autostrada Tirrenica tra SAT, Regione, Provincia di Grosseto e Comuni è infatti a un punto decisivo con l’ennesima guerra dei tracciati. Si è parlato di trasporti e di tutela del territorio nell’iniziativa organizzata oggi ad Orbetello, promossa da diverse associazioni e comitati: Comitato di San Donato, Comitato di Polverosa, AssociazioneMaremma Mare, Comitato Terra di Maremma, Comitato per la Bellezza, Legambiente, Rete dei comitati per la difesa del territorio.

Diversi i punti messi in evidenza e su cui si sono concentrati in particolare gli interventi.

Il primo riguarda i rischi che corrono le aree agricole della Maremma grossetana, per una discussione che vede la Provincia e il Comune di Orbetello spingere per una soluzione nelle aree interne, dietro le colline e lontano dall’Aurelia, che denota una totale disattenzione nei confronti di questa parte del territorio e di tutte le numerose aziende agricole che fanno di quest’area una delle basi economiche più importanti del comune.

Le Associazioni e i Comitati hanno ribadito la proposta di adeguamento e messa in sicurezza dell’Aurelia, e in ogni caso una soluzione il più possibile in sede, salvo varianti puntuali o appoggiate ad altre infrastrutture esistenti quali la linea ferroviaria, soluzione che salvaguardi questi territori di grande pregio da scelte devastanti. Chiedono inoltre un confronto trasparente, fino ad oggi completamente mancato, con l’Amministrazione Provinciale e il Comune di Orbetello che continuano a difendere il progetto del 2008.

In particolare per il territorio di Orbetello, lo studio di fattibilità del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle d’Oro, commissionato dall’Associazione Maremma Mare, ha messo in evidenza come nell’area, di quasi 3.000 ettari, individuata quale parco culturale aperto di tipo eco-museo e su cui il Comune di Orbetello vorrebbe far passare il tracciato autostradale, esistano una quantità di siti archeologici ben identificati dagli studi effettuati nel tempo da Università italiane e straniere, inseriti in un paesaggio dove natura e attività umane hanno raggiunto un equilibrio virtuoso che oggi potrebbe essere distrutto. A tutto ciò si aggiunga l’esistenza di un insieme di vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici che rendono del tutto incompatibile un tracciato autostradale su quest’area.

Si è messo poi in evidenza con grande preoccupazione la totale disattenzione rispetto a qualsiasi scelta sui collegamenti che non sia legata all’autostrada e al nuovo asfalto. L’unico progetto di mobilità che riguarda il Corridoio Tirrenico è infatti l’autostrada e persino i progetti che si dovrebbero legare e pagare con l’infrastruttura, di collegamento ai porti, sono stradali. Per chi vive in questo territorio e vede ridursi il numero di treni e le possibilità di spostamento alternative alla gomma, è una prospettiva inaccettabile. Inoltre, la realizzazione di un intervento unicamente autostradale rischia di aumentare il traffico su gomma lungo questa parte d’Italia, vista la totale inadeguatezza e disorganizzazione di qualsiasi alternativa legata al sistema treni + navi. Alla Regione viene chiesto di fare chiarezza e di impegnarsi perché in questo territorio aumentino, invece di diminuire, le possibilità di una mobilità che valorizzi il treno e la bici, piuttosto che di auto e autotreni.

Sono stati infine messi in evidenza i problemi di fattibilità economico-finanziaria e di equità per gli utenti tuttora irrisolti ed è stato lanciato un appello affinchè la Provincia e il Comune di Orbetello ascoltino le proposte e le motivazioni non semplicemente localistiche della maggior parte della popolazione e delle associazioni.

Fonte. Ufficio stampa Legambiente

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