Grosseto. “L’applicazione della direttiva con la quale vengono stabiliti i requisiti per classificare un’area come ‘Soggetta a vincoli specifici” ha dato luogo a distorsioni gravi che richiedono un intervento immediato“: Enrico Rabazzi, direttore di Cia Grosseto, lancia un appello ai parlamentari locali e alla Regione Toscana affinché sollecitino il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) a riaprire il tavolo di confronto sullo sviluppo rurale.
“È urgente correggere le contraddizioni normative generate dall’applicazione dei criteri che definiscono le ‘Zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici di cui all’articolo 32 par.1.b del reg.1305/2013 poiché l’applicazione di tali misure, in modo ingiustificato, sta escludendo intere aree della provincia di Grosseto, che presentano forti criticità economiche e produttive, da importanti aiuti economici. Ci riferiamo in particolare a Cinigiano, Castel del Piano, Pitigliano e Massa Marittima – spiega Rabazzi -, dove ampie porzioni di territorio sono state escluse da tale status, nonostante gli evidenti svantaggi strutturali e ambientali che queste aree condividono con altre che invece sono state incluse nella nuova delimitazione. Propria questa esclusione aggrava la situazione delle imprese agricole, già messe a dura prova da redditività limitata e scarse opportunità di sviluppo”
La problematica ha origine dalla revisione del regolamento Cee conclusasi nel 2020, che ha ridefinito i parametri per l’individuazione delle zone agricole svantaggiate agricole. Tali parametri, originariamente introdotti con la direttiva 75/268/Cee, miravano a ridurre le disuguaglianze tra le regioni agricole europee, attraverso strumenti come gli aiuti compensativi del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr).
L’obiettivo è quello di favorire la sostenibilità economia delle imprese agricole nelle aree marginali e svantaggiate, ostacolando lo spopolamento e preservandone l’integrità ambientale. Tuttavia, come sottolinea Rabazzi, l’applicazione dellelinee guida per la revisione delle delimitazioni ha generato significative contraddizioni: “Paradossalmente, comuni come Cinigiano, Castel del Piano, Pitigliano e Massa Marittima sono considerati, in tutto o in parte, non svantaggiati. Al contrario, altri comuni, come Grosseto, sono interamente ritenuti soggetto a svantaggi e a vincoli specifici. Questa classificazione, attualmente, si basa non solo su criteri biofisici, ma anche sugli investimenti realizzati in tali aree. Criteri per noi non esaustivi tant’è che i risultati di queste analisi, concluse nel 2020, appaiono incomprensibili e paradossali. Questo sta infatti provocando un danno diretto agli agricoltori di quei luoghi, che vedono sfumare la possibilità di accedere a tutta una serie di aiuti e di risorse appositamente stanziate per lo sviluppo rurale di quelle aree e nello stesso tempo sta compromettendo i principi di equità e di leale concorrenza”.
Le conseguenze di tali esclusioni sono pesanti e trasversali. “Privare queste aree marginali di risorse così importanti significa ridurre la competitività delle imprese che operano in condizioni già difficili e gravose, spesso compromettendo la loro capacità di resilienza – afferma Rabazzi -. L’impatto di queste scelte sta contribuendo allo spopolamento e all’abbandono di queste aree, con effetti disastrosi sulla loro tenuta economica e sociale“.
Il direttore di Cia Grosseto riconosce poi l’impegno delle amministrazioni locali nel portare avanti questa battaglia.
“Esprimiamo il nostro apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni dai vari Ssndaci e, oggi, dal primo cittadino di Cinigiano Luciano Monaci, dalla sua amministrazione e dall’assessore all’agricoltura Alessandro Bucci – prosegue Rabazzi -, che puntualmente e convintamente hanno evidenziato alla Regione Toscana le criticità derivanti dalla contraddittoria applicazione di questa normativa.”
Oggi Cia Grosseto va oltre e rivolge un appello chiaro e determinato:“Chiediamo ai nostri rappresentanti in Parlamento e alla Regione Toscana di farsi promotori presso il Masaf di una revisione urgente dei criteri e delle Linee guida che regolano le zone svantaggiate nel suo complesso. È necessario riaprire il tavolo ministeriale e correggere queste contraddizioni normative, penalizzanti e discriminatorie nei confronti di territori già fragili e marginali”.
Rabazzi conclude ribadendo l’impegno dell’associazione: “Continueremo a sostenere gli agricoltori locali e a lottare per una revisione equa e razionale della normativa, affinché si possa garantire un futuro sostenibile ed accettabile per le imprese agricole di queste aree. Questa battaglia non riguarda solo gli imprenditori agricoli, ma tutto il tessuto socio-economico di queste comunità”.