Home Agricoltura Progetto sullo sviluppo rurale e cipolla della Selva: il Comune protagonista a Terra Madre

Progetto sullo sviluppo rurale e cipolla della Selva: il Comune protagonista a Terra Madre

di Redazione
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Santa Fiora (Grosseto). Santa Fiora protagonista, questa mattina, a Terra Madre-Salone del Gusto 2024, in corso a Torino, con un panel sulla storia e le tecniche di coltivazione autentiche della cipolla della Selva e con il lancio del progetto di sviluppo rurale del Comune di Santa Fiora, che prevede il recupero a coltura di terreni incolti, realizzando nel convento abbandonato della Selva, un hub rurale, pensato come incubatore di imprese agricole.

Durante la mattinata è stato firmato il protocollo d’intesa tra Comune e Slow Food Toscana che avvia un’importante collaborazione proprio in funzione di questo progetto. A siglare il documento sono stati Federico Balocchi, sindaco di Santa Fiora, e Gianrico Fabbri, presidente di Slow Food Toscana. È intervenuto al panel anche Tommaso Pastorelli, consigliere comunale di Santa Fiora con delega allo sviluppo agricolo. A tutti i presenti è stata fatta assaggiare la cipolla della Selva appassita al forno.

“Lo sviluppo rurale e la valorizzazione dei prodotti della terra – commenta il sindaco Federico Balocchi è uno degli impegni che abbiamo inserito nel programma di mandato e su cui si concentrerà l’attenzione del Comune di Santa Fiora nei prossimi 5 anni, attraverso la messa in atto di una serie di azioni che vanno dalla valorizzazione della produzione castanicola, del fungo, dell’olio e della cipolla della Selva, al recupero di terreni incolti per creare vigneti, sfruttando le opportunità che offre il territorio montano come risposta alle problematiche del cambiamento climatico. Consideriamo strategico il ruolo che rivestono l’agricoltura e le politiche del cibo per la nostra economia.

A tal riguardo un passaggio fondamentale è rappresentato proprio dalla firma di questo protocollo d’intesa anche in vista dell’ambizioso obiettivo che ci siamo dati, di rigenerare un fabbricato semiabbandonato, presso il convento della Santissima Trinità di Selva, per realizzare una hub rurale, trasformando il complesso conventuale in un incubatore di imprese agricole, con un impianto di trasformazione di prodotti. Slow Food ha mostrato grande interesse verso il nostro progetto, offrendo di dare una mano per farne un volano di sviluppo locale sostenibile. Noi condividiamo appieno la filosofia di Slow Food del ‘buono, pulito e giusto’ che è connaturata al nostro territorio, in termini di biodiversità, gusto delle produzioni locali e qualità della vita.”

Il protocollo d’intesa prevede l’impegno di Comune di Santa Fiora e Slow Food Toscana nell’organizzazione di iniziative congiunte sulle filiere agroalimentari, la sostenibilità ambientale, la valorizzazione del patrimonio storico culturale del territorio, al fine di contribuire allo sviluppo rurale, attingendo anche alle esperienze maturate con progetti come l’Arca del Gusto e i Presidi. E poi una collaborazione sulla promozione e la commercializzazione dei prodotti agricoli locali. Previsto, inoltre, il coinvolgimento della scuola primaria di Santa Fiora per la realizzazione di progetti di educazione alimentare, come gli Orti in Condotta, e per lavorare insieme ad una mensa scolastica che preveda l’utilizzo di prodotti locali a filiera corta, e l’avvio di percorsi di educazione sensoriale per ragazzi, familiari e insegnanti.

“Tutte queste azioni – aggiunge Tommaso Pastorelli, consigliere comunale allo Sviluppo agricolo –, dal recupero di terreni incolti, alla realizzazione dell’hub per le imprese agricole, fino alla promozione delle nostre eccellenze, come la cipolla della Selva, consentono da un lato di riscoprire l’identità agricola del territorio e dall’altro di stimolare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali a beneficio dell’economia locale. La collaborazione con le scuole ci permetterà di sensibilizzare i più giovani sull’importanza del cibo sano e sostenibile, creando così una comunità sempre più consapevole e legata alle proprie radici”.

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