Grosseto. Dalla 56° edizione del Vinitaly di Verona arriva una grande conferma per i vini maremmani, ossia che la diminuzione del consumo dei vini rossi è stata sapientemente compensata dal nostro territorio grazie all’effetto traino del Vermentino.
La fotografia emerge nitida dal salone internazionale del vino, dove Confagricoltura ha allestito un grande hub di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del comparto vitivinicolo nazionale. Non solo degustazioni con i sommelier e grande attenzione ai territori, con le Unioni provinciali partecipanti, ma incontri di approfondimento che riguardano il settore vino, alle prese con l’andamento altalenante del mercato e il clima che impatta fortemente sulla produzione del vigneto Italia (e non solo).
“Di grande interesse – commenta il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi – è stato il talk sui vini bianchi e rossi alle prese con tendenze di consumo, che ha raccolto le voci di alcuni Consorzi di riferimento, precedute da un’analisi di Ismea dalla quale è emerso che vi sia un cambiamento in atto nella produzione e nelle preferenze dei consumatori, che si accompagna a una tendenza generale positiva per i vini bianchi e rosati, che arrivano al 50% delle scelte, e una diminuzione dei vini rossi, fermi al 38%”.
Lo stesso Francesco Mazzei, presidente di Avito, che raggruppa i 22 consorzi della Toscana e 58 denominazioni, ha confermato la fotografia generale e spiegato le peculiarità emerse nel contesto toscano proprio in Maremma, “che chiude con un segno positivo perché trainata dal Vermentino, che abbiamo saputo valorizzare”.
Infatti, come confermato anche dal presidente della Federazione Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci, con la campagna 2023 è stato toccato il punto più basso in volumi, dal dopoguerra, con 38 milioni di ettolitri.
“L’analisi – conclude Tocchi – ha fatto emergere una perdita di esportazioni dei rossi stimata nell’8%, ragione per cui gli investimenti sull’export si confermano una scelta irrinunciabile per stimolare la domanda, cercando di promuovere modelli di consumo anche innovativi. Per questa ragione siamo convinti che la strada percorsa dalla nostra Maremma sia esempio da mutuare anche per il resto d’Italia”.