Nel grande incendio di Cinigiano bruciati fienili, vigne, oliveti, pascoli, foraggi e recinti. Danneggiate dalle fiamme diverse aziende agricole tra cui allevamenti ed agriturismi.
E’ un primo monitoraggio pesantissimo quello fornito da Coldiretti Toscana per l’agricoltura delle belle colline di Cinigiano, dove il terribile rogo, scoppiato domenica 24 luglio, ha interessato un’area di 700 ettari costringendo all’evacuazione molte famiglie. “Ringraziamo tutti gli operatori che da cielo e da terra hanno lavorato per spegnere l’incendi – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana –. Ci troviamo purtroppo di fronte a pochi giorni di distanza dall’incendio di Massarosa ad una nuova scena di devastazione con centinaia di ettari a bosco e coltivazioni andate in fumo. A Cinigiano è evidente come la cura del territorio sia il primo antidoto contro gli incendi. Laddove le imprese agricole sono presenti e tengono puliti i terreni il fuoco è stato spento rapidamente. Laddove invece i terreni sono abbandonati, il fuoco, sospinto anche dal vento, trova le condizioni ottimali per crescere e diventare ancora più pericoloso per la popolazione e la biodiversità facendo salire il conto dei danni per l’economia ed il turismo. Ora servono aiuti per consentire a queste imprese di ripristinare al più presto la produttività aziendale”.
Coldiretti ha raggiunto alcune delle aziende agricole raggiunte dalle fiamme con un primo sopralluogo da parte del presidente regionale, Fabrizio Filippi e del Direttore di Coldiretti Grosseto, Milena Sanna. Coldiretti Toscana ha richiesto, già lunedì 25 luglio alla Regione Toscana di verificare l’opportunità di aprire la procedura relativa alla calamità naturale, mediante la segnalazione ad Artea, così come fatto per la siccità, per i territori interessati da questi eventi straordinari a partire dal mese di luglio. Le risorse necessarie potrebbero arrivare dal fondo di solidarietà nazionale previsto dalla legge 102/2004 e dalla misura 5.2 specifica per consentire il ripristino del potenziale produttivo danneggiato da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. La procedura è la stessa attività per l’emergenza siccità attraverso le segnalazioni sul portale di Artea.
“Il quadro dei danneggiamenti e del numero di aziende interessate è ancora provvisorio a causa del blackout di linee telefoniche ed internet e dell’impossibilità di raggiungerle per non intralciare il lavoro dei soccorsi. Questo lavoro di mappatura continuerà nelle prossime ore – spiega Milena Sanna, Direttore Coldiretti Grosseto –. Gli imprenditori hanno lottato contro le fiamme con quello che avevano, con acqua e terra, per salvare le strutture e tutto ciò che era possibile strappare dalle fiamme. Il rogo ha interessato alcuni fienili pieni di scorte di foraggi, che sono andate completamente distrutte, i recinti di un allevamento e prevalentemente terreni coltivati a cereali, pascoli, oliveto e vigneto. I danni sono ingenti, per ripartire servirà tempo e risorse: fattori di penalità che per queste aziende vanno a sommarsi ai mesi di insostenibili rincari e speculazioni su materie prime ed energetiche che hanno fatto lievitare i costi di produzione”.
Coldiretti punta il dito contro l’incuria e la disattenzione, che complici la situazione di siccità estrema, alte temperature e la presenza del vento, stanno trasformando l’estate toscana in un inferno. Secondo la principale organizzazione agricola, sulla base dell’ultimo Rapporto sullo stato delle foreste in 60 anni il bosco ha continuato ad avanzare a velocità sostenuta: gli ettari in più di foreste sono 160 mila in più. Per difendere il bosco – continua Coldiretti Toscana – occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali.
L’altro elemento è rappresentato dal comportamento dell’uomo. Coldiretti Toscana torna a raccomandare attenzione da parte di tutti. La prima regola contro gli incendi è evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi.
Inoltre – continua Coldiretti Toscana – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente.