Cresce il consumo domestico del pesce dell’11% rispetto al marzo scorso. Fanno meglio solo la pasta e la verdura. Mentre le famiglie consumano di più il prodotto d’acquacoltura, e non solo per le feste, la chiusura dei ristoranti ferma il mercato. L’analisi arriva grazie all’Associazione italiana piscicoltori di Confagricoltura, avvalorata da uno studio commissionato a Crea-MC.
“Il nuovo blocco dell’Ho.Re.Ca, della pesca sportiva e delle esportazioni – spiega il presidente di Confagricoltura Grosseto Attilio Tocchi –, a causa delle misure adottate per contenere la diffusione del Covid, sta creando grossi problemi agli allevamenti ittici. Inoltre, quello che stiamo vivendo è un periodo difficile, nel quale è stato rimesso in primo piano il ruolo della alimentazione equilibrata e della salute e in questo contesto sta acquisendo sempre più valore la nostra acquacoltura, capace di produrre alimenti di qualità e generare occupazione”.
Nello studio si evidenzia come ben il 48% dei consumatori continua a modificare le proprie abitudini alimentari. Modificate anche le modalità di preparazione del pesce. Infatti, il 10% dei consumatori ha migliorato la capacità di provare nuove ricette, a seguito del maggiore tempo a disposizione per sperimentare, confezionando ottimi piatti anche nelle proprie abitazioni. In merito agli acquisti, sebbene non vi siano particolari criticità sulla vendita del pesce fresco al supermercato, si sono cambiati sia i luoghi che le modalità, scegliendo la consegna diretta del produttore o per home delivery.