“In questo difficile momento storico, come Confederazione Italiana di Grosseto, avremmo preferito parlare del futuro delle nostre produzioni e dell’andamento del mercato, invece torniamo, ancora una volta, a denunciare una vergogna non più accettabile: le pensioni da fame con le quali i nostri agricoltori sono costretti a vivere dopo una vita di duro lavoro”.
Il presidente e il direttore della Confederazione provinciale, Claudio Capecchi (in foto) ed Enrico Rabazzi, mettono sotto i riflettori una realtà che la politica sembra aver dimenticato: la necessità per molti agricoltori-pensionati di continuare a lavorare nei campi perché l’assegno mensile che ricevono non basta per far fronte alle necessità della vita.
“La tragedia che ieri ha strappato all’affetto dei suoi cari Giuseppe Broglietti è solo l’ultima di una lunga lista e se le cose non cambieranno non si fermerà qui. Una vita di fatica non può valere circa 513 miseri euro mensili, meno del reddito di cittadinanza – ribadiscono i dirigenti –. Questi assegni sono una vera umiliazione perché non sono sufficienti a coprire le spese quotidiane, inoltre, anche se per lo Stato il lavoro in agricoltura non è un ‘lavoro usurante’, i nostri nonni arrivano alla pensione con seri problemi alle articolazioni, con le mani spaccate e deformate, con problemi legati all’ipoacusia da rumore, spesso con l’asma bronchiale, dermatiti allergiche e malattie da radiazioni solari. Sono tutte patologie importanti che hanno bisogno di cure alle quali non tutti possono accedere a causa del risicato budget a disposizione. Per molti, dunque, non vi è alternativa se non quella di tornare a lavorare nei campi, magari utilizzando mezzi pericolosi che andrebbero maneggiati con quella attenzione che a quell’età viene meno.
Si tratta di una questione di dignità e di giustizia sociale – sottolineano con fermezza Capecchi e Rabazzi – che abbiamo più volte rivendicato a vari livelli senza tuttavia ottenere risposte adeguate tanto che oggi, per l’ennesima volta, siamo a dare l’estremo saluto ad un pensionato, amico e socio morto schiacciato dal trattore con il quale stava lavorando. La richiesta dell’innalzamento delle pensioni minime; la stabilizzazione della quattordicesima; la rivalutazione piena delle pensioni secondo il costo della vita; il riconoscimento del lavoro usurante e il taglio delle tasse sulle pensioni sono rivendicazioni che come ANP-Cia e ANP-Cia Grosseto, abbiamo portato all’attenzione dei vari governi e che sono rimaste inascoltate. La questione rientra in un quadro più ampio e problematico ed è la cronica mancanza di reddito che questo settore genera; una realtà che si registra da anni e che diventa sempre più preoccupante perchè porta ad un mancato cambio generazionale, oggi l’età media degli agricoltori attivi in Italia è tra le più alte d’Europa, e all’impossibilità di assumere manodopera per la mancanza di liquidità .
Per ANP Cia-Grosseto – concludono – è una battaglia che continuerà senza sosta perché non possiamo più accettare che per vivere decentemente i nostri pensionati debbano mettere a rischio la loro vita.”