Una direzione provinciale molto vivace quella convocata ieri pomeriggio da Cia Grosseto che, oltre a una platea numerosa, ha visto la partecipazione di Giordano Pascucci, direttore di Cia Toscana; del presidente provinciale Claudio Capecchi e del direttore Enrico Rabazzi.
Filo conduttore della discussione la costante erosione del reddito delle aziende agricole, caratterizzata dalla deflazione che comprime i prezzi, dai cambiamenti climatici sempre più estremi, dalla presenza dei predatori, da una burocrazia feroce e dalle difficoltà di avviare processi di innovazione per stare al passo con le nuove richieste del mercato. Per chi lavora la terra, è stato più volte ribadito, è uno dei momenti più bui.
“Abbiamo sempre sperato in un politica che fosse al nostro fianco – ha commentato amaramente Claudio Capecchi –, ma dobbiamo prendere atto che così non è. Non chiediamo assistenzialismo, ma che si tenga conto delle reali condizioni in cui il settore primario è costretto a lavorare. Che il comparto sia in difficoltà non lo diciamo noi, lo testimoniano, purtroppo, i dati che evidenziano un costante calo delle aziende agricole attive“.
“Oltre alle criticità più volte segnalate – ha aggiunto Capecchi –, nel corso della direzione sono emerse due realtà che stanno ulteriormente minando la possibilità per gli imprenditori del settore di continuare a lavorare. La prima è rappresentata dai danni causati dall’inondazione dei terreni che si trovano nei pressi di fiumi o torrenti, fenomeni questi in costante crescita a causa dei cambiamenti climatici. Come agricoltori siamo consapevoli che i nostri campi possono essere allagati, ma non possiamo più affrontare i costi pesantissimi dovuti alle bizzarrie climatiche e alla mancata manutenzione dei fiumi. L’impossibilità e la difficoltà di fare le escavazioni crea dei problemi enormi perché impedisce il deflusso regolare delle acque causando appunto gli allagamenti, tanto che oggi gli appezzamenti in prossimità dei corsi d’acqua sono diventati delle vere ‘casse naturali’ dei fiumi stessi”.
“Alla politica chiediamo con urgenza di provvedere alla loro manutenzione, alla ripulitura e di metterli in sicurezza, oppure – ha affermato Capecchi – di dire che nei pressi dei corsi d’acqua non vi possono essere coltivazioni e, in questo caso, gli enti preposti devono farsi carico del mancato introito. Gli agricoltori non posso regalare questi terreni alla comunità , tantomeno provvedere economicamente ai danni dovuti agli allagamenti“.
“Altra questione che, come quella sopra illustrata, rappresenterà la battaglia che Cia Grosseto intende sottoporre con forza alle istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali – ha proseguito il presidente –, è la iniqua Cosap. Un canone a detta della Provincia, di fatto l’ennesimo balzello che viene richiesto per l’accesso alle strade provinciali. Non vorremmo pensare che nel nostro territorio ci sono cittadini di serie A e di serie B, ma il fatto che questo tributo sia a carico solo del mondo agricolo, che tra l’altro deve muoversi su strade poderali prive di alcun tipo di manutenzione, ci fa capire che chi vive in campagna ha più obblighi e meno diritti di chi vive in città. Come agricoltori non abbiamo mai chiesto favori e non vogliamo non pagare quanto dovuto, ma non possiamo accettare di essere chiamati, soprattutto in questo momento difficilissimo, a pagare per assolvere a necessità collettive. Come Confederazione siamo contrari a questa nuova imposta e facciamo appello alla politica tutta, per trovare le modalità per il ritiro della Cosap“.