Home GrossetoAgricoltura Grosseto Cresce la spesa dei maremmani in alimenti e bevande: “Necessario puntare sulla qualità dei prodotti”. Tutti i dati

Cresce la spesa dei maremmani in alimenti e bevande: “Necessario puntare sulla qualità dei prodotti”. Tutti i dati

di Redazione
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La spesa complessiva di bevande e alimenti cresce dello 0,3% e acquistiamo sempre più dalla grande distribuzione, tanto che i prodotti freschi sfusi hanno subito un decremento del 5,2% rispetto ai confezionati, che segnano invece un +2,4%.

Secondo il Centro Studi Confagricoltura, anche nella nostra provincia, come nel resto della Toscana, in base ai dati Ismea, nel 2018, rispetto al 2017 c’è stato un notevole aumento della spesa in bevande alcoliche e analcoliche (+1,9%) con gli alimenti in leggera crescita (+0,1%) a causa dell’aumento dei prezzi (+1,5%). Si spende di più per comprare le uova (14%), carni (+1,5%), salumi (+0,5%) e si bevono più vini e spumanti (+4,8%) e birra (+3%), cedono terreno il latte e i suoi derivati (-0,9%). In crollo gli oli e i grassi vegetali (-7,6%). Ma siamo anche salutisti e sappiamo scegliere bene cosa portare sulla nostra tavola, tanto che il borsellino si spalanca quando si parla di prodotti riconducibili al salutismo e al benessere, di cui la Maremma è ricca.

In base alla analisi presentata dal nostro centro studi – commenta il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi -, la riduzione quantitativa dei consumi potrebbe essere riconducibile a due fattori: alla maggiore attenzione al contrasto dell’obesità, il 42% dei maremmani, e alla persistente incidenza di una ampia fetta della popolazione sempre più povera, il 7,9% della popolazione”.

Tra i prodotti per salutisti cresce in quantitativo e spesa il latte ad alta digeribilità (+9,4% e +4,9%), i dolcificanti diversi dallo zucchero (+10% e +2,6%) e gli alimenti senza glutine (spesa +8%).

Questi sono dati importanti – conclude Tocchi perché ci permettono di capire quale può essere la giusta strategia su cui orientare il settore primario, caratterizzando ancora di più la nostra produzione agroalimentare verso standard qualitativi che ci possono far emergere nei confronti di consumatori educati alla territorialità e alla stagionalità”.

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