Il Prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco, ha incontrato i vertici di Coldiretti per analizzare la crisi del comparto latte ovino che si è aggravata nelle ultime settimane, e che sta colpendo gli allevatori maremmani specialmente in alcune aree della Provincia.
“Il settore ovi-caprino sta attraversando un periodo di profonda crisi – afferma Paolo Giannini, direttore di Coldiretti Grosseto –. Infatti, ai continui attacchi dei predatori e all’aumento dei costi di produzione si sono aggiunte le disdette dei contratti di fornitura di latte che alcuni caseifici hanno comunicato ai pastori con l’intenzione di cessare il ritiro del latte con l’inizio del nuovo anno. L’entrata sul mercato di alcuni milioni di litri di latte in Toscana non più ritirati dagli attuali trasformatori rischia di compromettere la vita a diverse decine di aziende”.
Più volte Coldiretti si è fatta carico delle legittime istanze del mondo degli allevatori ovini portando sui tavoli istituzionali un pacchetto di proposte per dare vita ad un piano di rilancio del settore.
“Abbiamo trovato anche la piena disponibilità della presidenza della Regione sulla necessità di definire un programma finalizzato alla valorizzazione della filiera ovi-caprina – continua Giannini –, che necessita di una seria politica di rilancio, che vada anche a favore di una corretta gestione del territorio, alla sua conservazione e preservazione. I tanti problemi del settore, a partire dal fenomeno della predazione, hanno portato tanti allevamenti a cessare le attività, soprattutto nelle aree marginali“.
“Ringrazio il Prefetto – continua Giannini – per la disponibilità e le rassicurazioni avute circa l’intervento nei confronti del Ministero dell’agricoltura per arrivare alla riapertura di un tavolo nazionale sulla questione del latte ovino, che interessa particolarmente le regioni Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia. La sinergia tra istituzioni è basilare e lo è ancor di più in relazione a quanto si possa sensibilizzare il Governo per modificare atteggiamenti e orientamenti che purtroppo ad oggi penalizzano gli allevatori”.