“Come Confederazione – spiega Enrico Rabazzi, presidente di Cia-Grosseto – non ci siamo mai tirati indietro di fronte a notizie, confermate, di eventi che avrebbero potuto mettere a repentaglio la salute dei cittadini, gran parte dei quali, nel caso specifico, sono anche agricoltori, ma terrorizzare i residenti anzitempo non lo riteniamo corretto. È giusto avere cautela, ma fare terrorismo è un’altra cosa.
Sul posto ci sono tecnici e personale specializzato che dovranno esprimersi con chiarezza, sarebbe dunque opportuno attendere le loro verifiche; verifiche che saranno frutto di dati scientifici e non basate solo sull’emotività del momento.”
Ciò su cui bisogna interrogarsi è se siano state attuate tutte le misure di sicurezza necessarie a garantire e tutelare la salute della gente e nel caso l’episodio dovesse risultare di natura dolosa non possiamo che pretendere che la giustizia faccia il proprio corso e che i colpevoli siano perseguiti. Le discariche e tutto ciò che produce rischi non le vuole nessuno e chi vive in quell’area non è certamente felice di convivere con quella realtà, ne farebbe volentieri a meno.
“Come Confederazione, sottolineiamo che non è nostro intento sottrarci a qualsiasi decisione sarà presa ma penalizzare anzitempo, mettendo al bando i prodotti di quella zona sembra davvero poco opportuno. Ciò che invece sarebbe davvero opportuno, è mettere in atto tutti gli strumenti necessari per garantire la messa in sicurezza delle discariche, affinché fenomeni come questo, doloso o naturale che sia, non accadano mai più.
Come Cia sin da ora assicuriamo comunque la nostra totale disponibilità a collaborare con le autorità competenti una volta che sarà fatta chiarezza sulla contaminazione o meno dei terreni circostanti, ma fino ad allora non siamo disposti ad essere, per l’ennesima volta, vittime di considerazioni e giudizi affrettati e fuorvianti.
Chiaramente, se il danno sarà accertato, dovranno essere messi in campo tutti gli strumenti di risarcimento e ristoro che si renderanno necessari, senza accampare scuse da parte dei soggetti sia pubblici che privati che se ne saranno resi responsabili, comprese quelle autorità che dovessero decretare la sospensione delle attività di produzione agricola, che non possono ritenere che con un decreto o un’ordinanza si salvano la faccia, e qualcos’altro, lasciando sul groppone dei produttori il danno economico”.