Table of Contents
Questa mattina, nei pressi di Poggio La Mozza, alla Tenuta Val delle Rose, l’azienda familiare Loacker, rappresentata da Andreas Loacker, responsabile della ricerca e sviluppo dell’azienda, ha presentato, davanti alle cariche politiche della Regione Toscana, al sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, al sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti e all’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi, il progetto “Nocciole in Toscana” per la produzione sostenibile di nocciole grazie alla collaborazione instaurata con gli agricoltori della zona. Presenti inoltre, il direttore marketing di Loacker International, Dejakum Hans-Peter, e la Project Leader Wanda Hager.
“Tutti noi della famiglia Loacker abbiamo da sempre creduto in questo progetto, che ha lo scopo di poter offrire ai nostri consumatori un prodotto italiano di altissima qualità, di cui possiamo garantire la tracciabilità di tutta la materia prima utilizzata. Il nostro obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno aziendale di nocciole solo italiane e di creare una filiera tracciabile e sostenibile” ha dichiarato Andreas Loacker.
La nocciola rappresenta, da sempre, per Loacker una delle materie prime fondamentali per la produzione dei suoi wafer. Tuttavia, il mercato della nocciola è dominato dalla Turchia, che produce circa il 70% delle nocciole mondiali e che ne condiziona fortemente il prezzo. Anche se la nocciola italiana risulta essere la più pregiata a livello qualitativo, l’Italia si assesta al secondo posto con una fetta del 14% circa del mercato. Per questo motivo, la disponibilità di nocciole per le aziende che utilizzano esclusivamente prodotto italiano, come Loacker, è fortemente limitata ed il prezzo molto altalenante.
Da qui nasce il progetto a lungo termine “Nocciole in Toscana”, avviato da Loacker nel 2011, che ha individuato nella Maremma grossetana una potenziale nuova area di coltivazione del nocciolo. Operativamente, i lavori sono iniziati nel 2014 con la messa a dimora dei primi 50 ettari di noccioleto e di circa 25.300 piante, nell’azienda agricola Loacker Tenuta Corte Migliorina situata nel comune di Orbetello, a Fonteblanda, la quale si pone non solo come centro di produzione, ma anche come centro sperimentale e di supporto agli agricoltori locali per implementare le migliori pratiche agronomiche.
Presenti alla conferenza stampa anche i primi cittadini di Grosseto e Orbetello, che hanno ringraziato la Famiglia Loacker-Zuenelli per aver scelto la Maremma come culla per questo progetto di alta riqualificazione locale.
“Il territorio grossetano ha, da sempre, una vocazione agricola profonda che è anche identitaria – ha commentato Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto -. Tuttavia, il settore ha risentito della crisi forse con più drammaticità rispetto ad altri. Quindi, un brand importante come Loacker che decide di investire su questo angolo di Maremma è da considerarsi un fatto importante non solo perché terreni incolti vengono riconsegnati alla produzione, ma anche e soprattutto perché è un’attenzione per una realtà, come quella maremmana, impegnata nella qualità e nella tipicità dell’agroalimentare”.
“Ringraziamo la famiglia Loacker per aver scelto il nostro territorio per questo importante progetto. Per il Comune di Orbetello è una grandissima occasione, non solo di visibilità per il territorio, ma anche di stimolo per l’agricoltura di tutto il comprensorio. Per un Comune come il nostro, che ormai vive di turismo e di agricoltura, iniziative imprenditoriali di tale entità ed importanza non possono far altro che estremo piacere.”, ha affermato Andrea Casamenti, sindaco di Orbetello.
Anche la Regione Toscana ha espresso il proprio apprezzamento per il progetto “Nocciole in Toscana” attraverso le parole dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi: “L’‘interesse di Loacker, a concentrare un polo produttivo in Maremma è certamente un attestato al valore delle nostre terre e di chi ci opera. Ma nello specifico voglio sottolineare soprattutto due aspetti: innanzitutto è un progetto innovativo a 360 gradi, e quindi di stimolo per l’agricoltura di tutta l’area; inoltre è un progetto che interessa un settore, quello delle filiera della nocciola toscana, che sta destando sempre maggiore interesse da parte della produzione internazionale”.
Dal 2012 ad oggi, Loacker ha investito circa 6 milioni di euro nella propria tenuta di circa 210 ettari, di cui 170 ettari dedicati alla coltivazione delle nocciole. I maggiori investimenti sono stati sostenuti per la preparazione del terreno, selezione ed acquisto delle piante e messa a dimora delle stesse, impianto di irrigazione all’avanguardia completamente automatizzato e gestibile a distanza con i migliori materiali di provenienza italiana, pozzi e bacino di raccolta, infrastrutture sia tecniche che abitative. Per gli anni 2017/2018 verranno investiti circa 6 milioni di euro per la coltivazione propria in territorio toscano o zone limitrofe, sempre con l’obiettivo di soddisfare il proprio fabbisogno di nocciole italiane. In ultimo, Loacker si è impegnata con l’Università della Tuscia di Viterbo a co-finanziare un progetto scientifico dedicato alla nocciola che prevedrà delle sessioni di ricerca sul campo, precisamente all’interno della tenuta Loacker.
Impatto sulla produzione di nocciole in Italia
A completamento del piano strategico 2020-2025, la Loacker preved, un fabbisogno di nocciole totale di circa 3.500 tonnellate di prodotto sgusciato (questo solo tramite i progetti standard senza tenere conto di progetti di innovazione che faranno comunque parte del grande progetto Nocciole) e quindi di circa 7.800 tonnellate di prodotto con guscio.
Stando alle cifre ufficiali del 2015/2016, la produzione italiana di nocciole si aggira attorno a 130.000 tonnellate, il progetto Loacker rappresenterà quindi circa il 6% di potenziale crescita della produzione nazionale.
Le nocciole Loacker
Le nocciole Loacker, coltivate in Toscana, appartengono tutte a cultivar italiane, tra le quali Tonda Gentile Romana, Tonda Gentile Trilobata e Tonda di Giffoni, che organoletticamente risultano essere tra le più pregiate a livello mondiale.
In questo modo, la filiera si verticalizza, mettendo direttamente in contatto produttore agricolo e trasformatore industriale, escludendo così la presenza di intermediari. Questa verticalizzazione, voluta dall’azienda Loacker, garantisce la totale tracciabilità del prodotto, dal campo al consumatore finale. La raccolta delle nocciole Loacker verrà effettuata annualmente tra la metà di agosto e la fine di settembre, con l’utilizzo di apposite macchine che raccolgono il prodotto da terra una volta che esso raggiunge la maturazione e cade dall’albero.
Il Progetto integrato di filiera e l’impatto sulla località
Loacker sta inoltre avviando nella Maremma toscana un Progetto integrato di filiera (Pif), in collaborazione con famiglie e aziende agricole locali. Congiuntamente agli investimenti già sostenuti, Loacker si impegnerà nei prossimi anni ad acquistare altri terreni per la coltivazione propria, con l’obiettivo di costituire degli hub sui quali confluire le collaborazioni limitrofe (ca. 600 ettari in totale). In ultimo, Loacker si è impegnata con l’Università della Tuscia di Viterbo a co-finanziare un progetto scientifico dedicato alla nocciola che prevedrà delle sessioni di ricerca sul campo, precisamente all’interno della tenuta Loacker.
Il progetto “Nocciole in Toscana” mira anche a dare un rilancio al comparto agricolo maremmano, offrendo la possibilità agli agricoltori locali di diversificare il proprio piano colturale. Il progetto ha, inoltre, lo scopo di creare anche collaborazioni con realtà locali per la creazione di centri di raccolta e stoccaggio del prodotto sparsi per tutta la Provincia e per la fornitura di tutti i prodotti e mezzi idonei alla coltivazione del nocciolo. Loacker stessa, si avvale di personale locale per la gestione dei propri noccioleti, con l’obiettivo futuro di incrementare le superfici di proprietà da destinare a tale coltura e di conseguenza l’incremento di posti di lavoro.
Una filiera sostenibile
Durante la gestione dei propri noccioleti, Loacker intende ridurre al minimo l’impatto ambientale. La gestione delle infestanti e dei polloni viene effettuata completamente per via meccanica e manuale, senza alcun utilizzo di erbicidi; le concimazioni vengono fatte utilizzando biostimolanti di origine vegetale e concimi di origine organica in modo da fornire nutrienti alle piante e allo stesso tempo arricchire il terreno di vita aumentandone la sostanza organica. Inoltre, Loacker ha adottato una gestione della risorsa idrica che mira alla massima efficienza dell’utilizzo, attraverso la creazione di impianti di subirrigazione, ossia impianti di distribuzione dell’acqua attraverso ali gocciolanti poste sotto il livello del terreno, proprio nei pressi dell’apparato radicale delle piante. Questo metodo di irrigazione, permette di localizzare l’apporto di acqua alle radici, diminuendone le perdite per percolazione e ruscellamento, per l’evaporazione nei periodi di caldo intenso, e per evitare che si creino ambienti umidi favorevoli alla proliferazione dei patogeni intorno alla chioma della pianta non bagnando quest’ultima.
Oltre ad un risparmio idrico, il progetto sarà volto anche al risparmio energetico, infatti, nelle aziende gestite da Loacker è prevista anche la creazione di impianti fotovoltaici di copertura in modo da coprire buona parte del fabbisogno energetico. Questi andranno anche ad alimentare i veicoli totalmente elettrici utilizzati per lo spostamento del personale all’interno delle aziende.
L’azienda si impegna a tutelare la natura e i suoi frutti, l’ambiente e i suoi lavoratori. La nocciola italiana, da oggi 100% toscana, insieme all’acqua e all’aria pura di montagna (stabilimento di produzione situato a Bolzano a 1.000m s.d.l.m.), alle bacche di vaniglia, al latte montano sono le materie prime che caratterizzano il gusto “Loacker” e che con la produzione senza l’utilizzo di aromi artificiali e grassi idrogenati garantiscono ai prodotti Loacker la loro unicità e freschezza per il consumatore.