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Predatori, Sani: “Piano d’azione in fase d’esame, previste 22 nuove misure”

di Redazione
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Martedì scorso, la Sottosegretaria all’ambiente, Silvia Velo, ha risposto all’interrogazione a suo tempo presentata dall’onorevole Luca Sani relativamente alle politiche di gestione e conservazione del lupo e alle misure di sostegno agli allevatori per compensare le perdite di animali produttivi in seguito a fenomeni di predazione.

«La sottosegretaria – specifica l’onorevole Sani, presidente della XIII commissione Agricoltura della Camera – ha sottolineato che il Piano d’azione del lupo, conseguente alla Strategia nazionale per la biodiversità, è stato definito lo scorso 6 maggio ed è attualmente all’esame della Conferenza paritetica Stato-Regioni, che deve approvarlo tramite accordo.

Rispetto alla precedente versione risalente al 2002, sono state individuate 22 azioni specifiche con la definizione di tempi, priorità, responsabilità, programma e indicatori di realizzazione.

Le novità più rilevanti che interessano gli allevatori colpiti da fenomeni di predazione riguardano le strategie di prevenzione, con l’accelerazione e semplificazione delle procedure d’indennizzo attraverso i Prs regionali. Ma soprattutto la regolamentazione delle ipotesi di deroghe al divieto di prelievo (direttiva Habitat Dpr 357/97) degli esemplari di lupo, che saranno autorizzate nel caso di fallimento delle altre misure, previo parere dell’Ispra».

«Fra le altre cose – aggiunge Sanisono state individuate azioni specifiche di controllo e prevenzione della proliferazione di cani selvatici e ibridi.

Queste novità sono sicuramente positive, ma tuttavia insufficienti rispetto alla percezione della gravità del problema delle predazioni che sul territorio hanno gli allevatori. La Conferenza Stato-Regioni deve velocemente approvare il Piano d’azione, ma soprattutto va velocemente realizzato un puntuale censimento delle popolazioni di lupo, ibridi e cani inselvatichiti, a oggi effettuata solo da 2 delle 12 Regioni interessate dal problema. Le deroghe previste dalla Direttiva habitat, infatti, possono scattare solo sulla base di un censimento del numero di esemplari sul territorio. E del loro eventuale sovrannumero rispetto a parametri di equilibrio biologico».

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