“La Regione Toscana apra un tavolo di confronto per discutere sul futuro dell’agriturismo, patrimonio indiscutibile di tradizione della Toscana che rischia di non più avere alcuna prospettiva“.
E’ la richiesta di Laura Cresti, presidente di Agriturist Toscana in occasione dell’assemblea regionale di Agriturist che si è tenuta stamani a Terricciola, in provincia di Pisa.
“I costi che le nostre strutture sono costrette ad affrontare, in molti casi insostenibili soprattutto nel periodo invernale, rischiano davvero di compromettere la nostra attività. Le spese eccessive inoltre – spiega Cresti – sono solo una parte del problema che si alimenta esponenzialmente con una burocrazia e con delle leggi obsolete a cui siamo sottoposti che compara gli agriturismi a strutture ricettive che nulla hanno a che vedere con la natura con cui nasce un agriturismo. I nostri operatori sono prima di tutto agricoltori che vivono della qualità dei loro prodotti, a cui devono dedicare tempo e lavoro. Come possiamo immaginare che debbano stare dietro a quella mole ingiustificabile di carte e documenti prevista inizialmente per strutture di tutt’altro genere? Si rischia di tradire i valori stessi che hanno portato alla nascita, proprio in Toscana, degli agriturismi. La Regione deve prendere in considerazione seriamente la nostra proposta di un incontro da organizzare nei prossimi mesi per conoscere da vicino gli effetti delle legge del settore sulla nostra economia“.
“Serve una promozione frutto di una strategia condivisa – spiega inoltre Fabiola Materozzi, coordinatore di Agriturist Toscana -. Una pubblicità a livello internazionale coordinata dalla Regione che faccia leva su un’offerta che non ha eguali e che ci mette in condizione di presentare qualcosa che di fatto è unico. Il connubio fra tradizione, agricoltura e ospitalità che rende la Toscana la prima regione a livello nazionale e su cui la Regione deve investire. L’agriturismo proietta tutta la struttura in funzione dell’ospite e delle sue necessità e richieste. Questo rende indispensabile la ‘multifunzionalità’ delle nostre strutture, che permettono di vivere un’esperienza a tutto tondo, dalla cantina, al frantoio passando per la cucina. Dobbiamo aprire un dibattito inerente a come si può garantire e facilitare l’impegno costante degli imprenditori nel rendersi appetibili in un mercato dalle logiche molto complesse e su cui la Regione deve puntare“
Come si evolve l’agriturismo in Toscana (Dati AgrieTour)
Le aziende agrituristiche autorizzate in Toscana alla fine del 2014 sono oltre le 4mila unità per oltre 50 mila posti letto e un fatturato di 250 milioni di euro circa all’anno. Le aziende che offrono somministrazione di pasti e bevande e servizi di tipo ricreativo sono cresciute più velocemente dell’universo delle aziende autorizzate, con tassi rispettivamente dell’11,7% e dell’8,7%. Dunque, un certo numero di aziende agrituristiche già autorizzate ha deciso l’introduzione di questo tipo di servizi, e ormai quasi un’azienda agrituristica su quattro in Toscana offre la somministrazione di pasti e il 16% del totale delle aziende offre attività ricreative. Dal punto di vista della distribuzione territoriale, Siena e Grosseto mantengono il primato nel numero di autorizzazioni e di posti letto. A Siena si trovano ben 1.050 aziende e oltre 13.200 posti letto, ma qui l’aumento delle aziende rispetto al 2006 è molto più ridotto della media regionale, mentre molto sopra la media è l’aumento delle aziende che offrono servizi di ristorazione e attività ricreativo-culturali, a testimoniare come proprio nelle zone ad agriturismo “maturo” e più estensivo (Siena era la provincia con la minore intensità di servizi) sia più sentita l’esigenza di qualificazione del servizio offerto. Tra le province agrituristicamente forti solo Grosseto mantiene tassi di crescita delle aziende e dei posti letto superiori alla media regionale, anche se gli incrementi maggiori si registrano a Pistoia, Pisa e Lucca.