Si pensava ad una manifestazione sotto tono ed invece al ritorno dal Vinitaly gli imprenditori della Maremma ed i referenti delle strutture di cooperative non si sono lamentati più di tanto.
“Indubbiamente, a causa delle note difficoltà economiche, molte strutture della nostra provincia – spiega il direttore di Coldiretti Andrea Renna – non hanno potuto avere gli spazi delle passate edizioni e in molti casi neppure partecipare. Per questo, Coldiretti Grosseto, direttamente dal proprio padiglione curato dalla sede nazionale, presente a Verona, porterà in tre importanti cantine (la Cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, la Cantina I Vini di Maremma e la Cantina di Pitigliano, ndr) le novità che sono state presentate grazie a Domenico Bosco, responsabile vitivinicolo nazionale di Coldiretti.
Un segno di attenzione importante per tutte le imprese che vorranno prendere parte alle riunioni. La nostra presenza al Vinitaly ha inteso rappresentare un segno di sostegno allo sforzo che tante aziende vitivinicole di eccellenza del nostro territorio stanno facendo per promuovere il vero Made in Italy e in Tuscany”.
“Per il vino, decisiva è stata la svolta verso la qualità, che ha messo in moto nel settore un percorso virtuoso, in grado di conciliare ambiente e territorio con il mantenimento e, in alcuni casi, con la crescita economica e occupazionale – continua Renna –. Ora si guarda anche all’ormai imminente Expo 2015, che potrebbe portare nuove ed importanti opportunità grazie anche ai primi accenni di ripresa economica, con un aumento dell’1,9% delle vendite nella grande distribuzione rispetto all’anno precedente. Segnali positivi per i nostri vini anche dall’export, con l’effetto traino del tasso di cambio favorevole con il dollaro”.
Colori, stile ed immagini tematiche hanno contraddistinto gli stand della Maremma, con i propri inconfondibili tratti distintivi utili a rappresentare tutte le potenzialità del territorio
“Il vino è oggi – dichiara Francesco Viaggi, presidente di Coldiretti Grosseto – una filiera eccezionale. Pensiamo a quanti sono impegnati direttamente in vigne, nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica, settore in grande sviluppo e oggetto al Vinitaly di adeguato ed apprezzato spazio apposito di Coldiretti”.
“C’è quindi il mercato del benessere, ma poi anche l’editoria specializzata, la pubblicità, i programmi software e le bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione come vinacce e raspi. Burocrazia dimezzata con l’arrivo del Testo unico sul vino — spiegano dalla sede di via Roccastrada di Coldiretti Grosseto -. Dopo il via libera al provvedimento per tagliare del 50% il tempo dedicato alle pratiche, che sottraggono oggi alle imprese almeno 100 giornate di lavoro per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore, un altro passo contro la lotta alla burocrazia è stato fatto. Una novità importante, presentata al Vinitaly, che verrà spiegata nei tre incontri in programma in Maremma martedì prossimo e che riprende le richieste di semplificazione avanzate da Coldiretti, riducendo gli oneri anche economici a carico delle imprese senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa”.
“Novità concrete che ci hanno visto impegnati in modo pragmatico – spiega ancora Renna – da diversi anni e in perfetta solitudine, ma con la grande forza delle imprese che rappresentiamo”.
Il Testo unico introduce un sistema di controlli virtuoso a vantaggio dei consumatori e nel rispetto del lavoro dei produttori, basato su uno sportello unico degli adempimenti (attraverso il fascicolo aziendale) e verifiche a campione fondate sull’analisi dei rischi e rafforzate nella vigilanza sul mercato al consumo, che rappresenta da sempre l’anello debole del sistema.
“Ma le novità – evidenzia Coldiretti – vanno anche nella direzione di un rafforzamento e di una tutela del prodotto locale e del Made in Italy. In primis, l’inserimento per legge del vino e dei territori viticoli nel patrimonio culturale gastronomico e paesaggistico italiano, ma anche l’indicazione obbligatoria dell’origine per l’aceto. Prevista anche una maggiore trasparenza delle informazioni relative alle importazioni, alle aziende sanzionate ed ai codici Icqrf di identificazione delle aziende produttrici/imbottigliatrici, spesso utilizzati in sostituzione delle denominazioni aziendali complete, oltre alla costituzione di uno sportello unico per favorire e sviluppare le esportazioni. Si tratta di un ulteriore passo in avanti dopo i primi cambiamenti positivi ottenuti con il Decreto Legge ‘Campolibero’, convertito in legge nell’agosto scorso e che ha già portato delle importanti semplificazioni.
Infatti, per evitare duplicazioni, è stato già istituito il Registro unico dei controlli, con l’inserimento anche delle attività svolte dagli organismi di certificazione e controllo. Inoltre, viene rivisto l’istituto della diffida con ampliamento dei casi di applicazione, si passerà ad una completa dematerializzazione dei registri di cantina, con semplificazioni a favore dei produttori fino a 1000 ettolitri e a chi trasforma esclusivamente le uve aziendali; è stato stabilito, infine, un esonero dalla tenuta dei registri per produttori fino a 50 ettolitri con annessa attività di vendita diretta e somministrazione”.