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Cia dice no al Trattato di libero scambio con gli Usa: “Giù le mani dalla salute dei cittadini

di Redazione
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Ttip: Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti tra Unione Europea e Stati Uniti. Nessuno sa bene di cosa si tratti perché è coperto dal massimo della segretezza, quello che però è certo è che, dopo oltre 10 anni di discussioni, le trattative sono sul punto di definizione; l’accordo dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, ma la cosa che in assoluto è più preoccupante è che da questo accordo potrebbe dipendere il futuro del nostro agroalimentare e della nostra salute“.

Enrico Rabazzi, vicepresidente di Cia Toscana Cia e presidente provinciale, si dichiara perplesso in merito al Trattato di libero scambio con gli Usa e punta il dito su un accordo ricco di incertezze.

Questo accordo  rischia di avere ripercussioni negative sia sul piano ambientale che su quello sanitario – spiega Rabazzi -. Il Trattato intende dar vita  ad un’area di libero scambio: niente più confini commerciali tra Europa e Usa, niente più dazi. Un trattato che secondo i più ottimisti potrebbe, il condizionale è d’obbligo, portare a  un aumento del Pil italiano intorno al  4%”.

Ma poiché noi agricoltori siamo oramai disincantati e sappiamo che non tutto ciò che brilla è oro, ci poniamo alcune domande. La deregolamentazione prevista e l’abolizione dei dazi, la possibilità di trasferire imprese da una zona all’altra e di vendere ed esportare prodotti non propriamente conformi alle normative di un dato Paese come si concilierà con la sovranità nazionale? Le norme che regolano la tutela dei diritti dei consumatori avranno ancora valore? Quale sarà l’impatto delle multinazionali sulle nostre  filiere agroalimentari? Il concetto di concorrenza sleale scomparirà ? E ancora, che dire del livello di sicurezza in tema ambientale, energetico, sanitario perseguito fino ad oggi dall’Unione Europea? L’accordo che consente ai Paesi dell’Unione Europea di vietare  la coltivazione di organismi geneticamente modificati, anche se autorizzata da direttive europee, avrà ancora valore? – si domanda Rabazzi e continua –. Per la buona pace di tutti, è prevista la nascita di un arbitrato internazionale. Peccato però che nessun tribunale nazionale potrà opporsi alla forza dei colossi industriali americani che richiameranno il Ttip per sottrarsi alle norme europee”.

Seguendo questo logica – conclude il vicepresidente di Cia Toscana, assisteremo ad un abbassamento generale della genuinità dei nostri cibi, (basti pensare ai bagni di varechina per disinfettare i polli o il trattamento della carne con antibiotici consentiti negli Usa), alla definitiva distruzione del nostro modello agricolo, al depauperamento delle nostre campagne e, non ultimo, ad una limitazione della sovranità dei Paesi, soprattutto di quelli meno forti come l’Italia.  Ai politici, come Cia siamo pronti a seguire ogni iniziativa che consenta a questo Paese di risollevarsi; allo stesso tempo chiediamo di non essere abbagliati dalle prospettive di un aumento del Pil e di posti di lavoro, prospettive tutte da verificare, ma di valutare con serietà a cosa stiamo aprendo le porte“.

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