Il Vicepresidente della Cia – Confederazione italiana agricoltori – Toscana e presidente provinciale Enrico Rabazzi si fa portavoce degli imprenditori agricoli e del settore turistico ed interviene sull’ ipotesi di costruzione di una centrale geotermica a Montenero d’Orcia invitando tutti a riflettere sulle conseguenze che questa avrebbe sul piano dell’immagine e sull’impatto che avrebbe sull’economia locale.
“Ancora una volta la prassi di rincorrere una politica miope, priva di una visione complessiva e lungimirante, dettata dalla volontà di sottostare a logiche di potere ed economiche che mal si conciliano con gli interessi dei cittadini, rischia di riversarsi, con conseguenze tutt’altro che inimmaginabili sul nostro territorio. Per questo, in merito all’ipotesi di realizzate una centrale geotermica a Montenero d’Orcia la Cia invita tutte le istituzioni a far un passo indietro e a considerare quali sarebbero le ripercussioni di ordine sociale, economico e ambientale di una tale decisione”.
“Mentre si assiste a una crescente consapevolezza che l’agricoltura è settore centrale anche nelle economie più sviluppate – commenta il vice Presidente regionale e Presidente di Grosseto – in una delle zone di maggior pregio, non solo della Toscana ma dell’Italia tutta, stiamo per assistere a quello che potrebbe trasformarsi in un danno irrimediabile. Il sito interessato all’investimento si inserisce infatti in un contesto olivicolo e vitivinicolo (area della Docg Montecucco) di eccellenza. L’economia della zona inoltre, negli anni, ha saputo puntare, non senza sforzi,su un’agricoltura di qualità; i sacrifici hanno trasformato questa area in un area a vocazione turistica grazie al recupero e alla valorizzazione dei vecchi borghi e dei castelli e non ultimo alla cura del patrimonio naturalistico. Ora questo delicato equilibrio è minacciato dalla decisione di abdicare alla volontà di pochi potenti”.
“Senza addentrarci in valutazioni tecniche che competono ad altri – aggiunge Rabazzi- la Cia ritiene, senza se e senza ma, che lo sfruttamento del vapore e la costruzione di centrali geotermiche, anche a bassa entalpia, non siano compatibili con la vocazione agricola e con l’immagine di questo territorio. Per questo – conclude il presidente – a nome dei nostri associati, degli abitanti, degli imprenditori agricoli della zona, per gli stravolgimenti che comporterebbe sul piano economico e su modelli aziendali consolidati e soprattutto ecocompatibili, la Confederazione Italiana Agricoltori chiede con forza che le istituzioni tutte abbiano il coraggio di una scelta in nome del vero progresso abbandonando le mere e dannose logiche dettate dallo sviluppo a tutti i costi”.