“Ancora una volta i cittadini italiani onesti e soprattutto gli agricoltori saranno chiamati a coprire i danni di un gruppo di furbetti”.
In linea con quanto già espresso a livello nazionale dalla Confederazione italiana agricoltori, il presidente provinciale Enrico Rabazzi prende una dura posizione in merito alla vicenda delle quote latte e alla richiesta formale della Commissione Europea che impone al nostro Paese il recupero di 1,4 miliardi di euro di multe per il superamento delle quote tra il 1995 e il 2009.
“Ad oggi l’incapacità dell’Italia di assicurare il recupero effettivo di queste multe, oltre a compromettere gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, ha provocato distorsioni di concorrenza tra i produttori che, con estrema difficoltà, hanno rispettato le direttive e coloro che, in barba al danno al sistema Italia, non hanno rispettato le quote latte. Una questiona che avrà conseguenze anche nella nostra provincia – precisa Rabazzi -. Nel corso di quest’ultimo decennio il nostro territorio ha registrato una lenta, ma costante riduzione di aziende che producono latte. Una conseguenza, certamente, della congiuntura che ha duramente colpito il settore agricolo, ma anche delle difficoltà che molti imprenditori hanno dovuto affrontare per rispettare le regole imposte da Bruxelles”.
“Pochi sono stati i casi di sanzioni dovuti a splafonamento nella nostra provincia – continua Rabazzi –: in questi casi le aziende hanno pagato le multe, a volte chiedendo anche dei prestiti in banca che stanno ancora pagando; in altri casi invece i finanziamenti sono stati chiesti per comperare quote, quote che non è chiaro che fine faranno quando il sistema delle quote latte cesserà di essere in vigore a partire dal 31 marzo 2015”.
“Ricordo a tutti – aggiunge Rabazzi – che il problema non è solo relegato al mondo agricolo. Il mancato recupero delle multe, corrisponderà a un onere che tutti i cittadini, indistintamente, saranno chiamati a pagare. In provincia di Grosseto le aziende produttrici di latte generano un fatturato diretto di circa 180 mila euro ciascuna. Se si fa la somma e si aggiunge l’indotto credo che il dato economico non possa essere sottovalutato”.
“Ferisce – conclude il presidente Cia di Grosseto – vedere che chi ha creduto e ancora crede in questo settore venga penalizzato a scapito dei soliti malfattori. Sia a livello nazionale, sia da parte della Cia di Grosseto auspichiamo una soluzione definitiva con urgenza e questo anche in considerazione del fatto che nel corso degli anni è stata data l’opportunità ai produttori di sanare la posizione anche con rateizzazioni. Mi auguro che il semestre italiano sia occasione anche per far vedere all’Europa che il nostro Governo non ha paura di punire chi non rispetta le regole e continua a vivere e a farsi beffa dei tanti cittadini onesti”.