Ci sono tutti i presupposti per una stagione d’oro per l’olivicoltura toscana formata da 77.000 imprese (6.5% a livello nazionale) che continua a fornire un contributoessenziale al tema drammatico dell’occupazione coinvolgendo nella filiera 100.000 addetti tra diretti ed indiretti con 2.500/3.000 assunzione stagionali. Coldiretti stima in 5mila le unità lavorative stagionali utilizzate, tra la vendemmia e la raccolta di olive, in tutta la Toscana tra i mesi di settembre,ottobre, novembre e dicembre. Positivo ancora una volta il trend occupazionale a livello generale secondo l’analisi dei dati Istat con il 10,6% di occupati in più tra il primo e secondo trimestre dell’anno in corso, ed il 6% in più tra il secondo trimestre del 2012 e del 2013. Gli occupati in agricoltura sono, al secondo trimestre del 2012, 52mila.
I numeri dell’olivicoltura in Toscana (fonte Istat – Agea)
L’olivo è diffuso in tutta la Toscana con circa 93.000 ettari di superficie olivicola in produzione, situati per il 90% in zone collinari o di bassa montagna e distribuiti prevalentemente nelle province di Firenze, Grosseto, Siena e Arezzo. Sono 77mila le aziende che coltivano olivi (6,5% a livello nazionale) ma il 43% di esse ha una superficie inferiore all’ettaro, il 60% inferiore a due ettari. In Toscana ci sono oltre 17 milioni di piante (pari al 9,7% a livello nazionale), delle quali più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino, Pendolino e Olivastra Seggianese. Il dato medio toscano di produttività di olio per pianta risulta molto basso: appena 1,2 Kg, come media degli ultimi dieci anni, nettamente al di sotto della media nazionale. Complessivamente sono 100mila gli occupati tra diretti ed indiretti. Sono oltre 400 i frantoi oleari (dei quali 360 attivi), distribuiti su tutto il territorio, che consentono una tempestiva lavorazione delle olive in un periodo di tempo sempre più ristretto, con riflessi molto positivi sulla qualità dell’olio.