“Gli anni trascorsi hanno determinato un processo di progressiva perdita di ‘valore’ del dipendente pubblico spesso relegato al ruolo di compilatore di moduli o controllore passivo di normative. Eppure la qualità di un’amministrazione pubblica è determinata dal suo personale e dalla scelta dell’Ente di renderlo protagonista“.
A dichiararlo è Valerio Pizzuti, candidato a sindaco di Grosseto per il Polo liberale e riformista.
“Un’amministrazione che intenda procedere a un rinnovamento dei suoi modi di programmare, decidere ed agire non può prescindere dalla necessità di dare importanza al materiale umano che la fa funzionare. Non sono risposte semplici perché comportano una complessa rivoluzione culturale in cui la macchina burocratica abbia competenze effettive e non potere di interclusione – spiega Pizzuti –. Riesaminare tutte le procedure burocratiche per snellirle ed eliminare gli artefatti colli di bottiglia è necessario, ma deve essere fatto con la consapevolezza che chiedere velocità, competenza e responsabilità alla struttura corrisponde a darle merito e riconoscerne un ruolo. Per un Comune che funzioni è indispensabile avere personale preparato, aggiornato, autonomo, affidabile. L’aggiornamento professionale non sarà, in questo quadro, una pratica rituale obbligatoria, ma un bisogno di miglioramento dei singoli. In tal senso non bisogna pensare alla struttura come un sistema impermeabile e chiuso, ma aperto alla conoscenza e alla formazione esperienziale realizzata anche in altre strutture esterne al Comune“.
“Bisogna guardare ai migliori per migliorare e, contemporaneamente favorire l’innovazione che costituisca modello per gli altri. Un Comune capoluogo è giusto e doveroso assolva anche al ruolo di guida e modello per gli Enti di più piccola dimensione – sottolinea il candidato -. I settori Urbanistica e Lavori pubblici sono indubbiamente le strutture che maggiormente hanno bisogno di attenzione, ma in realtà, anche tutti gli altri settori, più o meno interessati, sono assimilabili. La logica che ispira tutto il ragionamento è un recupero di ruolo, oltreché dell’Ente, dei dipendenti pubblici. Chi lavora per la Pubblica amministrazione dovrà essere un esempio e un modello nei comportamenti, nella preparazione, nella capacità di relazione. La rivoluzione della burocrazia passa dalla qualità, innanzitutto del personale. Chi è adibito al controllo non può e non deve, infatti, affidarsi ai cavilli. i tecnici comunali devono essere preparati, anche tecnicamente, quanto e più dei liberi professionisti che ruotano intorno all’Ente, siano essi stessi collaboratori o attori per proprio conto o, più semplicemente, soltanto utenti”.
“Il dipendente comunale non può, e non deve, limitarsi a conoscere dei segmenti di procedure e/o leggi specifiche di settore perché, per quanto possa conoscerle bene, esse saranno, sempre, l’involucro burocratico del problema, mai il suo cuore – continua Pizzuti –. Da qui, in ogni genere di attività, si dovranno stimolare le specifiche conoscenze tecniche dei singoli responsabili del procedimento, degli istruttori, dei collaboratori; ognuno in misura corrispondente al proprio livello di responsabilità. Soltanto così il Comune potrà dare risposte soddisfacenti alla cittadinanza, frapporsi come mediatore fra le esigenze del privato e del pubblico, essere utile alla politica e non mero e passivo strumento attuativo. Per fare questo ci vuole tempo, almeno due mandati”.
“Un progetto che dovrà articolarsi su più piani:
- ricognizione di massa, con audit interni finalizzati a fotografare la situazione di fatto; soprattutto in ordine al grado di soddisfazione personale dei dipendenti, ai loro desiderata e alla loro preparazione personale;
- azioni di mobilità interna per ricollocare il personale;
- individuazione di tutti i possibili atti premiali per i dipendenti più attivi dal punto di vista dell’aggiornamento professionale per incoraggiare e diffondere tale attività;
- una ristrutturazione di livello anche verticale per la creazione di una pianta organica, che tenga conto dei nuovi assetti e delinei il Comune del decennio successivo;
- prevedere idonei finanziamenti per l’aggiornamento professionale di dipendenti ed amministratori.
Nella mia visione nasceranno gruppi di progettazione interna preparati ed efficienti in grado di eseguire progetti in maniera autonoma dai professionisti esterni. Risparmi, efficienza, capacità, sono queste le tre caratteristiche che dovranno contraddistingue l’incontro tra cittadino e istituzione. Avrà, in questo quadro, un ruolo centrale l’assessore al personale, spesso relegato a una funzione tutta interna. La corretta gestione del personale pubblico è il fattore più esterno di ogni organizzazione come il Comune – termina Pizzuti -. L’assessorato al personale, infatti, risponde ogni giorno all’utenza e misura con essa la capacità di funzionare dell’azienda pubblica”.