“Dopo le tante perplessità manifestate in questi giorni dalle varie associazioni di categoria come Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Fimaa (Federazione italiana mediatori immobiliari) in merito alla realizzazione di 200 nuovi appartamenti nella zona del Casalone (in verde nella planimetria), anche Confedilizia esprime la propria contrarietà alla realizzazione di nuove case a Grosseto”.
A dichiararlo è Giuseppe Conti, segretario del circolo di Gorarella del Partito democratico.
“Gli impresari locali invece affermano di essere all’oscuro dell’arrivo di varianti e lottizzazioni – spiega Conti -. Ma allora, questa variante a chi piace? Soltanto all’assessore Rossi e al sindaco Vivarelli Colonna? Privare i grossetani, le associazioni di categoria, gli ordini professionali e tutto il mondo produttivo cittadino del legittimo diritto di partecipare al dibattito sullo sviluppo urbanistico della propria città, è uno dei più grandi errori che l’amministrazione Vivarelli Colonna sta per compiere dal giorno del suo insediamento. Prevedere lo sviluppo della città per singole ed ingenti operazioni edilizie, che incideranno pesantemente sulla formazione dell’imminente piano operativo e quindi sulla possibilità per i grossetani di proporre interventi in altre aree, è indubbiamente discriminatorio nei confronti di tutti gli operatori del settore presenti sul territorio“.
“Il venire meno quindi dell’informazione e partecipazione pubblica, prevista peraltro da uno specifico articolo della legge regionale, legge che pone un freno all’espansione indiscriminata dei centri urbani e incentiva la riqualificazione della città già costruita, dimostra quanta poca attenzione questa amministrazione ha nei confronti del futuro di Grosseto e dei suoi abitanti – sottolinea Conti -. Grosseto non ha bisogno di nuove abitazioni vuote, ha bisogno di maggiore qualità urbana e di trasformarsi in una città vissuta e non in una città fantasma. Un escamotage quindi la variante di prossima approvazione in Consiglio comunale, costituita ad arte per sottrarsi alla normativa e all’opinione pubblica, seppur con una procedura formalmente corretta”.
“Perché la necessità di anticipare questo intervento e non inserirlo invece nel piano operativo di imminente redazione? Forse perché si intende usufruire del regime transitorio della legge regionale che consente di proporre le ultime varianti prima che il territorio non urbanizzato sia dichiarato inedificabile ai sensi dell’art.4 della legge regionale 65, che vieta nuovo consumo di suolo – chiede Conti –? Dopo questa proroga, non sarà più possibile espandere la città su suoli agricoli, ma allora chiedo all’assessore Rossi e al sindaco Vivarelli Colonna, sono state presentate altre varianti oltre a quelle salite alla ribalta della cronaca in questi giorni, che non hanno goduto della stessa priorità anticipatoria? Del resto sono molte le aree che non potranno beneficiare della proroga offerta in questo momento dalla Regione e che dunque sono destinate a rimanere nella loro condizione agricola e questo si che avrà ripercussioni nel futuro sviluppo della città e su tutta la sua economia“.
“Gli orti del vignaccio tra via castiglionese e via Orcagna. La ex Stu di Barbanella. La zona dei quattro poderi lungo l’Aurelia nord. Le aree dei Poggetti nuovi in prossimità dello svincolo di Grosseto nord. Le aree adiacenti al Commendone e quelle sul retro della zona artigianale ex Mabro. Le aree lungo la via della Serenissima. Gli orti tra la via Scansanese e l’argine dell’Ombrone. Gli orti di via dei Barberi e quelli della Saracina. Le aree intorno all’ippodromo – termina Conti -. Insomma, un po’ di chiarezza male non farebbe, ma soprattutto, questa variante a Grosseto a chi piace?“.