“Ettore Sergentoni, con i figli Aldo e Alizzardo, Rinaldo Baffetti, Bruno Barabissi e Antimo Ghigi furono fucilati a Niccioleta nel cortile dietro il forno, il 13 giugno 1944. Il 14 giugno 1944 altri 77 minatori subirono la stessa sorte a Castelnuovo Val di Cecina. In tutto 83 operai di Niccioleta perirono perché rifiutarono di presentarsi ai posti di polizia di fascisti e tedeschi in seguito ad un manifesto affisso in tutti i comuni della provincia di Grosseto e firmato da Giorgio Almirante“.
A dichiararlo, in un comunicato, sono il coordinamento del Pci delle Colline Metallifere e la federazione del Pci di Grosseto.
“Oggi si vorrebbe cancellare la storia di quei giorni, la tragica fine di quei minatori e non solo, si vorrebbe dedicare una via a chi, come Giorgio Almirante, fu attore e protagonista di quella strage, nel capoluogo maremmano – continua la nota -. Il coordinamento del Pci delle Colline Metallifere dice ‘No’ a questa barbarie che ucciderebbe di nuovo quelle persone, sarebbe un oltraggio alla memoria e alla storia del nostro territorio e dell’Italia intera, vanificando quel sacrificio di sangue versato dai minatori di Niccioleta. Se mancano nomi per intitolare vie, strade, piazze od altro, intitoliamole a quei ragazzi che a Niccioleta e a Castelnuovo hanno lasciato le loro vite, hanno sacrificato il loro tempo migliore per regalarci la libertà, per insegnarci a combattere contro la dittatura fascista. Quei giovani, quei minatori ci hanno consegnato una memoria che non può e non deve essere confusa con chi ha seminato morte, distruzione, terrore, privazioni, guerra, tutte cose che non possono essere dimenticate“.
“Per questo il coordinamento del Pci invita l’Anpi a promuovere tutte quelle iniziative che a livello provinciale possano impedire lo scempio della storia e l’oltraggio della memoria, iniziative che troveranno presente il Pci e che, auspichiamo, trovino la presenza di tutte le forze politiche, sociali che si riconoscono avverse al fascismo e alla sua restaurazione in ogni sua forma – continua il comunicato –. Nel concreto si propone una raccolta di firme contenente un impegno da parte di tutti gli enti locali affinché proposte come quella avanzata a Grosseto, siano rigettate perché non rispettano la Costituzione. Il coordinamento propone inoltre di avviare, con l’impegno delle altre forze politiche e antifasciste, l’avvio dell’iter di una proposta di Legge regionale che vieti non solo l’attività di gruppi e forze ispirate all’apologia fascista, ma che ne vieti anche il ricordo“.
“Lo dobbiamo agli 83 minatori di Niccioleta, ai partigiani, a chi non ha voluto combattere con i nazi – fascisti e a tutte le persone che, insieme a Norma Parenti, ci hanno insegnato che la vita del singolo la si può sacrificare quando si lotta per la libertà di tutti – termina la nota –. Il Pci auspica infine che il prossimo 25 aprile sia l’occasione per rilanciare da parte dell’Anpi e delle forze di sinistra quel messaggio contro il fascismo e contro tutte le guerre con particolare riferimento alla recente aggressione alla Siria, giustificata da motivi umanitari, ma nella realtà voluta per interessi economici e politici”.