Torna “DiversaCultura“, la rassegna promossa dalla Fondazione Il Sole per trattare in modo non convenzionale temi culturali d’interesse generale, legati o meno che siano alla disabilità.
Giovedì 12 aprile, dalle 18.00, alla Fondazione – grazie alla collaborazione con la Libreria Mondadori di Grosseto – sarà ospite Franco Faggiani, che intervistato da Roberta Lepri parlerà del suo ultimo romanzo “La manutenzione dei sensi“, pubblicato da Fazi Editore. Romanzo che ha per protagonisti un uomo adulto e un ragazzino con la sindrome di Asperger, nel quale l’autore affronta i temi del cambiamento, della paternità, della giovinezza. Una storia in cui padre e figlio ritroveranno la loro dimensione più vera proprio a contatto con la natura, riappropriandosi di valori irrinunciabili come la semplicità e la bellezza.
Franco Faggiani vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più “calde” del mondo; si è occupato di economia, ambiente, cronaca, sport e, negli ultimi anni, di enogastronomia. Ha scritto manuali sportivi, guide, biografie, saggi e testi di libri fotografici. Da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna.
Alla conclusione della presentazione del libro, si terrà un aperitivo con i vini messi gentilmente a disposizione dalle aziende agricole Colle Massari e Casal Pozuolo di Cinigiano, Il Fornino della cooperativa Il Timone e il forno Galletti.
“La manutenzione dei sensi”, Franco Faggiani (Fazi Editore, pag.250), commento di Roberta Lepri
“Leonardo Guerrieri, scrittore e giornalista, è un uomo dal passato brillante rimasto ‘con la testa vuota’ dopo la morte improvvisa dell’amatissima moglie Chiara. Non bastano a consolarlo le sue attività e neanche la presenza della figlia Nina, meravigliosa e indipendente creatura, prima brillante studentessa e poi osteopata con mille interessi. È lei a convincere il padre a prendere in affido temporaneo Martino Rochard, un orfano di otto anni che ha conosciuto nell’Istituto di Maria Ausiliatrice, lo stesso posto dove anche sua madre si recava a fare volontariato prima che lei nascesse. Leonardo, che si lascia vivere, prova a fare una minima opposizione a Nina, poi si fa convincere senza grande entusiasmo e accetta il ruolo di ‘quasi padre’ senza patemi. Diviene perciò per Martino un compagno di vita non invadente, proprio quello che ci vuole per il bambino, molto silenzioso e con un carattere particolare: ‘ha una capacità intellettiva a tratti superiore a quella di molti compagni, ma la indirizza solo verso le materie che a lui interessano particolarmente (…) fa cose eccellenti e altre disastrose perché le ignora o, peggio, le rifiuta. Oltretutto, non sa relazionarsi. È come se vivesse da un’altra parte …’.
Martino, creatura affascinante e misteriosa, che sa fare origami complicati, che conosce a memoria il nome delle costellazioni e non sa mandare a memoria due righe di poesia, ha la sindrome di Asperger ‘in forma non eclatante’: questa è la diagnosi della psicologa della scuola media.
Il romanzo si apre con un trasloco. Nina parte per una specializzazione negli Stati Uniti e Leonardo decide di andarsene con Martino da Milano e di dare vita al progetto architettato da Chiara e rimasto per anni nel cassetto: una nuova casa nelle Alpi piemontesi, nata dalle ceneri di una vecchia baita. Qui Leonardo ricomincia a vivere, con Martino, ma in maniera indipendente da lui, lasciando che sia la montagna a prendersi cura di entrambi, insieme agli abitanti dei luoghi e allo spirito quotidiano semplice che fa muovere le azioni di ognuno di loro.
La vita scorre, la vita riprende il suo ciclo, può dare nuove possibilità. Il dolore di Leonardo si quieta, rimane nel ricordo, ma addolcito. Intanto Martino, con l’aiuto del montanaro Augusto, si fa uomo, speciale e diverso dalla massa, consapevole delle proprie capacità. E il reciproco attaccamento cresce, fino a diventare amore paterno e filiale, senza che mai venga meno il rispetto della distanza indispensabile a un’esistenza così speciale.
Questo non è un libro sull’Asperger, ma lo racconta e lo fa capire anche a chi non ne sa niente, senza effetti speciali.
Ci spiega chi è Martino, chi sono quelli come lui (moltissimi e con diversi gradi di sensibilità) e cosa sia meglio fare per non farli soffrire (‘Perché come sostiene Tony Attwood, il più grande esperto mondiale dell’Asperger, questi ragazzi soffrono non a causa della sindrome, ma a causa delle persone che girano loro incontro, gli assedianti’).
Questo non è nemmeno un libro sulla montagna, anche se ce la fa amare e mette la voglia di correrle incontro. É piuttosto un libro sulla possibilità di avere un’esistenza piena di luce. E l’autore, con stile perfetto, ce la fa desiderare“.