“Il popolo è ancora sovrano. Il risultato del ‘No’ è chiaro e netto. Numeri che, anche e soprattutto in Maremma, offrono la dimensione di un cambiamento che non può più essere fermato“.
A dichiararlo, in un comunicato, è la Lega Nord di Grosseto, che commenta l’esito del referendum costituzionale.
“In Toscana, infatti, Grosseto si conferma nuova roccaforte leghista. Le cifre analizzate dicono questo. Dicono che la straordinaria spinta nata a inizio 2015 ha creato un’onda lunga dalla consistenza travolgente. Basta pensare alle Regionali dello scorso anno: il 31 maggio, a Grosseto, un elettore su cinque scelse il Carroccio. Un risultato enorme, che sorprese – continua il comunicato -. Sorprese tutti, tranne chi conosce la forza d’impatto di una formazione costruita attorno a idee serie e autorevoli personalità destinate a spostare consenso. Nel giugno di quest’anno, poi, è la volta delle Comunali. Anche in questo caso la Lega si è confermata attore protagonista del centrodestra: primo tra i partiti della coalizione che scalza il Partito democratico dalla guida del capoluogo. Il risultato di domenica, infine, è un ulteriore tassello: in Maremma, e in particolare a Grosseto, il ‘No’ raggiunge uno dei dati migliori di tutta la Toscana, in netta controtendenza rispetto al resto della regione“.
“Ringrazio – spiega il capogruppo leghista in Consiglio comunale, Mario Lolini – i nostri militanti ed i volontari per il grande lavoro svolto in questi mesi e, più in generale, in questi ultimi due anni. La mia avventura con il Carroccio è iniziata con le Regionali 2015 e non posso certo negare l’emozione e la soddisfazione per il grande lavoro che siamo riusciti a compiere su un territorio un tempo ritenuto impossibile da espugnare“.
“Ora – prosegue Lolini – restiamo con i piedi per terra e rimbocchiamoci ancora di più le maniche: c’è da lavorare. La Maremma, così come la Toscana e il Paese, ha molti problemi: emergenza sicurezza e decoro urbano, disoccupazione a livelli insopportabili, mancato supporto alle piccole e medie imprese. Per non parlare dell’inconsistente tutela dei prodotti nostrani. C’è chi ha guardato solo all’Europa delle banche e chi, a livello locale, si è rifugiato in chiacchiere e circuiti autoreferenziali, infischiandosene del bene comune. Oggi il Partito democratico e i suoi alleati pagano il conto delle politiche messe in piedi. Ne prendano atto. A tutti i livelli. Noi guardiamo al futuro“.