“Ci vuole un bel coraggio a fare certe affermazioni come quelle apparse ieri nel sito del candidato sindaco Lorenzo Mascagni“.
A dichiararlo è Daniela Lembo, attivista del Movimento 5 Stelle di Grosseto, che replica alle affermazioni del candidato a sindaco Lorenzo Mascagni sulle farmacie comunali.
“Già dal titolo, chi conserva un po’ di memoria sul recente passato sobbalza e rilegge, pensando di aver capito male: ‘Il sistema della salute ha bisogno di regolatori pubblici efficienti’. Eppure c’è scritto proprio ‘pubblici”‘.. vuoi vedere, vien da pensare, che il candidato Pd, tanto per dirla alla Nanni Moretti, ha iniziato a dire qualcosa di sinistra – spiega Daniela Lembo –? Ma la sorpresa si trasforma in indignazione già nel leggere la prima riga: ‘Le farmacie comunali sono l’impresa pubblica più importante…’. Incredibile. Lorenzo Mascagni, che ancora oggi siede sugli scranni del Consiglio comunale accanto ai suoi compagni del Pd e che dopo cinque anni si vende come volto nuovo, è quello stesso Mascagni che assieme ad altri 17 consiglieri Pd ha votato a favore della vendita della quota comunale di Farmacie comunali riunite spa. Un atto approvato in consiglio grazie ai voti della maggioranza e scongiurato solo dalla forte battaglia innescata dal M5S nelle aule giudiziarie. A quest’ora, grazie a lei e al suo partito, caro Mascagni, il Comune non avrebbe più alcuna quota della sua impresa pubblica più importante“.
“Folgorato sulla via del ballottaggio, il candidato del Pd scopre adesso che le Farmacie comunali sono presìdi importanti della città, risorse da cui si possono anche ricavare utili che le rendono un bene imprescindibile per gli ‘effetti virtuosi nella spesa pubblica per la sanità’. Non un accenno, come onestà intellettuale imporrebbe, al suo voto in Consiglio – continua l’attivista –. Non pago, Mascagni chiosa addirittura il suo intervento in puro linguaggio pentastellato, affermando che ‘non dobbiamo dimenticarci che gli utili prodotti dalle Farmacie comunali ritornano ai cittadini’ e arriva addirittura al concetto, estremista, della ‘partecipazione’, dicendosi disposto a ‘ragionare in forma partecipata sull’uso di queste risorse’“.
“Una vera e propria conversione. Peccato che una rondine non fa primavera e che i cittadini che hanno votato Movimento 5 stelle ricordano bene come andarono le cose – conclude Daniela Lembo –. Se la sua voleva essere una mossa per farsi votare al ballottaggio dall’elettorato del 5 stelle sappia che non avrebbe potuto fare errore più grande“.