Nei giorni scorsi, il presidente di Coldiretti Grosseto, Marco Bruni, in nome e per conto del presidente della Coldiretti Toscana, Tulio Marcelli, e del direttore Antonio De Concilio, ha consegnato un documento, nel corso dell’audizione proposta dalla Commissione consiliare della Regione Toscana a Firenze, in merito ai danni arrecati da predatori, in particolare lupi ed ibridi lupo/cane sul territorio toscano.
L’Italia ospita un patrimonio di lupi ragguardevole e la presenza della specie in habitat idonei ed in popolazioni sostenibili può rappresentare un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità. La gestione della specie richiede però il coinvolgimento di tutte le componenti sociali al fine di rendere efficaci e organiche, in particolare, le politiche locali di intervento.
“In diverse aree della Toscana e della provincia di Grosseto in particolare – afferma Marco Bruni – si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì, di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo. Abbiamo visto che le amministrazioni competenti non hanno attivato un’efficace azione di prevenzione e non offrono una tempestiva copertura attraverso forme corrispondenti di risarcimento a ristoro dei danni frequenti e consistenti arrecati agli allevamenti. Nel documento che ho portato in Commissione consiliare della Regione Toscana noi, come Coldiretti Toscana, richiediamo di: disporre l’immediato avvio del piano di conservazione e gestione del lupo, in ragione dell’incidenza di gravi danni agli allevamenti, di procedere all’immediata realizzazione di piani di contenimento e controllo di cani vaganti e ibridi attraverso la collaborazione con i diversi Corpi di polizia, rendere disponibili risorse finanziarie complementari per sostenere interventi di prevenzione in grado di limitare eventuali azioni di predazione su bestiame domestico e ridurre la conflittualità tra presenza dei lupi e le attività legate alla pastorizia, chiarire che le forme di indennizzo e di risarcimento legate ai danni provocati da fauna selvatica non rappresentano forme di aiuto riconducibili alla disciplina europea in materia di concorrenza, garantire la puntuale e corretta quantificazione e liquidazione dei danni e operare una verifica dello stato di attuazione dell’accordo sottoscritto il 16 luglio 2014 tra Regione, altri soggetti pubblici, rappresentanze del mondo agricolo e associazioni ambientaliste valutandone, altresì, l’esigenza di aggiornamento“.