“Il Sindacato unitario lavoratori Polizia Municipale e locale esprime la propria solidarietà all’agente della Polizia Municipale di Grosseto e a tutti i colleghi del corpo di Polizia Municipale vigliaccamente aggredita e ferita in servizio lunedì scorso presso l’Ospedale Misericordia per opera di un parcheggiatore abusivo“.
A dichiararlo, in un comunicato, è Lucio Caprilli, coordinatore provinciale del sindacato.
“Purtroppo si deve costatare che questo è l’ennesimo episodio di vili aggressioni con gravi lesioni riportate, subite da operatori di Polizia Municipale e locale che hanno caratterizzato tutto il territorio provinciale negli ultimi mesi, basti ricordare quanto accaduto il 25 agosto a 3 componenti del corpo di Polizia Municipale di Castiglione della Pescaia nell’ambito di un’operazione di repressione all’abusivismo commerciale ed il 18 luglio ad un componente del corpo di Polizia Municipale di Monte Argentario nell’ambito di un normale controllo di viabilità – continua il comunicato –. Ad esse, vanno aggiunte le diverse aggressioni subite, ma che fortunatamente, anche grazie alla fermezza degli operatori, non hanno portato a conseguenze fisiche per gli stessi; si ricorda quanto avvenuto i primi di settembre agli operatori del corpo di Polizia Municipale di Follonica impegnati nel contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale e della contraffazione, ed infine quelle innumerevoli aggressioni verbali a cui vengono quotidianamente sottoposti gli operatori, nell’ambito dei più svariati servizi d’istituto“.
“Questi incresciosi fatti sono in costante aumento sia in scala nazionale che nei confronti delle forze di polizia statali, come confermato dai dati dell’osservatorio dell’Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale, che vede un incremento, purtroppo, del numero di aggressori stranieri (comunitari e non). I comandi di Polizia Municipale e locale sono composti da donne e uomini che quotidianamente tentano di far rispettare le regole minime di vita, cercano di insegnare ed educare alla considerazione del prossimo, al riconoscimento della dignità ed equità umana e quindi alla coesione sociale nelle città.
I lavoratori della Polizia Municipale e locale, anche a discapito del posto di lavoro, della loro incolumità e perfino della propria vita, ‘non si dimentichino i caduti in servizio di cui il 12 settembre di ogni anno si celebra la giornata della memoria’, lottano per rallentare e far diminuire quell’insicurezza diffusa onnipresente nelle nostre comunità, garantendo, in prossimità, una vita migliore e più serena con tutti i problemi che la società oggi ingloba – sottolinea la nota –. Ma non è più possibile nascondere che dagli ormai quotidiani fatti di cronaca, che denotano il decadimento dei valori istituzionali, con particolare rifermento alla Polizia Municipale e locale che costituisce il baluardo per la difesa della sicurezza ed il rispetto del senso civico di una comunità, ci troviamo a fronteggiare una bomba sociale che sta esplodendo ed a pagarne le conseguenze, oltre alla cittadinanza onesta, vi sono quelle figure professionali che vengono chiamate ad espletare funzioni di vigilanza e controllo di ‘prossimità del territorio’, che di fatto oramai consistono in vere e proprie operazioni di polizia al pari di quelle delle forze di polizia statali“.
“Si devono fronteggiare richieste che sempre più pressanti che pervengono sia dalla cittadinanza, ma anche dalle istituzioni statali (Prefetture, Questure, ecc .) che vedono il coinvolgimento di corpi e servizi di Polizia locale in attività che vanno sempre di più verso problematiche di ordine pubblico (di competenza specifica degli organi statali) e sempre meno verso tematiche di ordine e sicurezza urbana, che invece fanno riferimento alla figura del Sindaco ed alle strutture ad esso collegate. La Polizia Municipale e locale è ormai l’avamposto della sicurezza urbana, ma si dimentica che ‘non è riconosciuta come forza di polizia’. I suoi compiti sono disciplinati dall’ultradecennale Legge Quadro n.65/1986 e dalle Leggi regionali, ma gli addetti sono dipendenti del Comune ‘impiegati amministrativi in divisa’, senza le tutele del personale delle forze di polizia statali – continua il comunicato –. In caso d’infortunio in servizio, gli operatori appartenenti alle forze di polizia statali potranno ottenere ‘l’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio’, quelli della Polizia Municipale e locale ‘No’, in quanto esclusi al pari dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni ad opera della ‘manovra Monti’. Un’anomalia legis (rectius: ingiustizia) approvata con il D.L. 201 del 6 dicembre 2011, un qualcosa che sfiora l’anticostituzionalità in riferimento al principio dell’uguaglianza sociale, lavorativa, professionale, espressamente sancita. La Polizia locale opera a tutela della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico, parimenti ed in concorso con le forze di Polizia dello Stato, con le quali condivide rischi di ogni genere, oltre che a caduti e feriti nell’ambito dei servizi espletati“.
“E non per ultimo va considerata la totale assenza per la Polizia Municipale e locale di una formazione operativa specifica per svolgere in sicurezza il proprio servizio e di norme che impongano strumenti di autotutela per la difesa personale degli operatori con la dotazione di spray urticante e la cosiddetta mazzetta di segnalazione; che non abbiamo accesso alle banche dati (Sdi) per cui su un normale controllo per norme di comportamento potremmo imbatterci in un soggetto pericolo senza saperlo – termina la nota -. Di certo, il nostro problema non si risolverà con l’equo indennizzo per causa di servizio, che anche quando era in vigore non rispondeva alla necessità della Polizia Municipale e locale, ma con l’equiparazione previdenziale, assistenziale e infortunistica con le forze di Polizia ad ordinamento statale. Noi siamo una forza di Polizia con enorme professionalità e dignità ed abbiamo bisogno di una Legge di riforma che lo riconosca in maniera inequivocabile, al solo fine di garantire il bene comune, il servizio ai cittadini e la legalità e vivibilità nelle città e nel più piccolo e sperduto comune d’Italia“.