Il Consiglio comunale di Grosseto ha dato il via libera alla firma del Protocollo di intesa con Provincia, Asl 9 e gli altri comuni del territorio, per la prevenzione ed il contrasto delle violenze nei confronti dei soggetti deboli, delle donne e della violenza domestica.
“Si tratta indubbiamente di una scelta di civiltà – ha voluto sottolineare l’assessore alla cultura e alle pari opportunità, Giovanna Stellini –, anche considerando i più recenti dati statistici dell’Osservatorio sociale regionale che vedono in costante crescita le richieste di aiuto, in particolare di donne vittime di violenza”.
Questi dati confermano, infatti, che le richieste giunte ai centri regionali antiviolenza sono passate dalle 1635 del 2008 alle 1761 del 2009/2010 fino alle 1882 del 2010/2011. Secondo tutti gli studi, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici e sessuali nella propria vita, in particolare da familiari, amici e colleghi, e ad essere colpite sono tutte le donne in maniera trasversale, indipendentemente dalla loro condizione sociale e culturale.
“Il lavoro svolto finora dai centri antiviolenza sul nostro territorio, come dagli sportelli di ascolto dislocati dalla Società della salute nelle quattro zone socio-sanitarie del territorio – ha aggiunto l’assessore alle politiche sociali, Luca Ceccarelli – verrà quindi valorizzato e coordinato, mettendo a sistema l’impegno di tutti i Comuni e rendendo ai cittadini una garanzia di efficacia”.
In pratica, il Protocollo, già approvato da quasi tutti gli altri comuni, prevede l’istituzione di un tavolo tecnico coordinato dalla Provincia con rappresentanti di tutti i comuni, che predisporrà linee guida di intervento e raccomandazioni per azioni congiunte, mettendo in piedi anche un vero e proprio servizio di reperibilità sociale e un servizio di pronta accoglienza residenziale che valorizzino ulteriormente le esperienze già esistenti.
Si occuperà dell’analisi e il monitoraggio dei fenomeni violenti, coordinerà le azioni tra soggetti pubblici, privati e associazioni, ma seguirà anche la formazione degli operatori e delle operatrici dedicate alle singole fattispecie. Prevista anche l’attuazione di percorsi educativi e informativi a vantaggio delle vittime di violenza.
Tutte le iniziative verranno sostenute economicamente dalla Provincia e dai Comuni con un contributo proporzionale in base alla popolazione residente, attraverso l’istituzione di un vero e proprio “Fondo per il contrasto alle violenze”. I Comuni potranno però anche erogare fondi direttamente ai centri antiviolenza o punti di ascolto presenti nel loro territorio di competenza.