Il Comune di Grosseto intende riorganizzare la rete dei nidi e delle scuole d’infanzia.
Questo pomeriggio è stato infatti presentato il progetto di riorganizzazione della rete delle strutture facenti capo all’istituzione Iside e il sindaco Emilio Bonifazi ha spiegato: “Oggi abbiamo il dovere di dare risposte ai cittadini che chiedono servizi qualificati nonostante i drastici tagli ai trasferimenti statali e i crescenti limiti alle assunzioni di personale che stiamo subendo”.
“I nidi e le scuole d’infanzia comunali – ha proseguito Bonifazi – sono un vanto di questa città e per difenderli abbiamo stabilito un percorso che dovrà riuscire a garantire al contempo il numero dei posti disponibili, la continuità e la qualità dell’offerta educativa, oltre che i livelli occupazionali”.
“Il senso di questo progetto – ha aggiunto l’assessore Luca Ceccarelli – risiede nella necessità di garantire tutti i 244 posti nei nostri nidi e nei 360 delle scuole dell’infanzia, nonostante il fatto che con le tariffe di compartecipazione dei cittadini si riesca a coprire solo poco più del 10% della spesa sostenuta dall’Amministrazione, 600mila euro su circa 5,5 milioni e con problemi di personale particolarmente importanti”.
“Adesso – ha proseguito Ceccarelli – ci affideremo correttamente alla discussione nelle commissioni consiliari e quindi alla sala del Consiglio comunale, oltre che ad un confronto con i sindacati già fissato per lunedì prossimo”.
Il progetto prevede l’affidamento a partire da settembre di 2 dei 7 asili nido e del loro servizio mensa (si tratta delle strutture di via Lago di Varano e di via Merloni) al sistema del terzo settore sulla base di un bando pubblico.
E nel corso del 2014 si punterà, come hanno fatto altri comuni, da Livorno a Pisa, da Lucca a Bologna, ad avviare un percorso che consenta un coinvolgimento dello Stato nella gestione di 2 delle 8 scuole dell’infanzia comunali.
I nidi resteranno a tutti gli effetti strutture pubbliche, nelle quali rimangono invariati il numero di posti disponibili che, anzi, con le nuove norme regionali, aumenteranno. Tutelata anche la qualità dell’offerta educativa, considerando che chi gestirà la struttura, anche per quello che riguarda la sola manutenzione ordinaria, dovrà assumere educatori e personale ausiliario esclusivamente ricorrendo alle graduatorie comunali e rispettando il piano educativo e didattico regionale.
Inoltre, il personale attuale verrà redistribuito sugli altri asili e, in particolare, diventerà a totale gestione diretta comunale l’intera nuova struttura di via Mozambico.
“Ed è proprio rispetto al personale che abbiamo verificato le criticità più significative – ha continuato il sindaco –, considerando che nonostante l’Amministrazione abbia stabilizzato 30 persone entro il 2009 e assunto le 22 persone vincitrici del concorso dello stesso anno, raggiungendo la copertura totale dei 108 posti tra educatori e ausiliari, oggi ci troviamo con 14 persone che risultano solo parzialmente idonee al lavoro e con altre 9 che hanno fatto ricorso alle prerogative di orario ridotto previste dalle legge 104/92 per chi ha disabili in famiglia; il tutto in un contesto nel quale l’Amministrazione non può più in alcun modo assumere altro personale”. “Partendo dal presupposto che alcuni dipendenti Iside dovranno garantire la continuità educativa, ma che tutti gli altri interessati dal progetto verranno ricollocati in altre strutture comunali – ha spiegato Bonifazi –, otterremo anche una riduzione del pesante esborso dei circa 700mila euro l’anno che vengono spesi per le supplenze e le sostituzioni. In questo modo, la gestione diventa totalmente comunale anche in via Mozambico e ci sarà l’obbligo a chi gestirà le nostre due strutture di ricorrere obbligatoriamente alla graduatorie comunali per le nuove assunzioni”.
“In pratica – ha concluso l’assessore Ceccarelli –, continuiamo a credere nell’importanza del servizio pubblico e anche in questo caso resta il Comune a stabilire le tariffe, che rimangono invariate, e gli standard di servizio, che verranno rigorosamente controllati anche per quanto riguarda la qualità dei contratti agli educatori; non si perde un posto di lavoro, anzi se ne guadagnano pescando tra personale altamente qualificato. Risparmiamo soldi importanti senza intaccare il servizio e non aumentiamo le tasse sulla collettività”.