Follonica (Grosseto). “E’ arrivato il momento di fare chiarezza sulla sanità follonichese, argomento che, giustamente, sta particolarmente a cuore alle cittadine e ai cittadini della nostra città e che spesso viene cavalcato dalle forze politiche della destra senza che se ne abbia una visione chiara e facendo false promesse che sanno benissimo non potranno essere mantenute”.
A dichiararlo, in un comunicato, è Follonica a Sinistra.
“Come premessa dobbiamo ricordare che la sanità è competenza regionale e che i Comuni possono fare ben poco, ma qualcosa possono pur fare. Questo è uno dei nostri contributi principali alla coalizione guidata da Andrea Pecorini – continua la nota –. A Follonica è garantito un servizio di emergenza-urgenza territoriale composto in primis da due mezzi di soccorso avanzato con personale sanitario a bordo e con tutta la strumentazione e i farmaci necessari per la stabilizzazione e il trasporto del paziente verso l’ospedale di destinazione più consono (avvalendosi anche della possibilità di far intervenire l’elisoccorso). La popolazione ha accesso al sistema 118 chiamando il numero unico per le emergenze 112. Sono pertanto garantiti gli interventi sui codici ad alta priorità, i cosiddetti codici rossi (emergenza, dove c’è un immediato pericolo di vita) e gialli (urgenza, dove il pericolo non è immediato, ma la situazione, se non si interviene, può rapidamente trasformarsi in un codice rosso). Pertanto la frase ricorrente ‘a Follonica si può anche morire’ è, ahinoi, vera come lo è per tutti gli altri Comuni della nostra provincia, Grosseto compreso”.
“Poi occorre sottolineare alcuni aspetti del Pronto Soccorso – prosegue il comunicato -. Già la dizione è sbagliata, un Pronto Soccorso non può essere definito tale se non è inserito in una struttura ospedaliera e a Follonica l’ospedale non c’è, scelta, magari discutibile, che risale agli anni ’70 e sulla quale sarebbe assurdo, visti i tempi attuali di tagli alla sanità da parte dei vari Governi nazionali degli ultimi 30 anni, pensare di poter tornare indietro. Dunque si chiama ‘Primo Soccorso’. E il Primo Soccorso di Follonica dà comunque sempre una risposta alla popolazione, sia in termini di invio del paziente verso la struttura ospedaliera più adeguata che interagendo con il Sistema di emergenza territoriale 118 qualora se ne rileva la necessità. Ovviamente la chiusura della Radiologia e il non poter avvalersi della specialistica porta ad una migrazione sempre più massiccia verso gli ospedali di Massa Marittima e Grosseto. Ribadiamo comunque che, se la situazione lo richiede, interviene nel trasporto il Sistema 118 garantendo l’intervento sanitario in itinere, la rapidità e la sicurezza”.
“C’è poi il problema della carenza dei medici e, più in generale, del personale sanitario, problema che sta colpendo tutta Italia. Gli stipendi dei sanitari sono mediamente i più bassi d’Europa (i giovani sanitari preferiscono spostarsi all’estero dove guadagnano di più e sono più tutelati), l’istituzione del numero chiuso a medicina e l’imbuto delle specializzazioni, che non garantiscono l’accesso a tutti i neolaureati, sono tutte concause di questa carenza – prosegue Follonica a Sinistra –. Siamo però fortemente contrari all’utilizzo dei cosiddetti medici a gettone, medici forniti da cooperative e che lavorano a cottimo, sia nei Primi Soccorsi che nel 118, guadagnando mediamente molto di più di uno strutturato, accorpando turni di lavoro fino ad arrivare anche a 36 ore consecutive e non garantendo in tal modo la qualità delle cure. Il sistema della contrattazione privata dei medici è molto utilizzato nelle regioni del Nord Italia, ma già la Lombardia sta facendo dei passi indietro e i sindacati di categoria ne stanno da tempo chiedendo la regolamentazione. Il ricorso del medico a gettone con trattativa privata infatti aumenta la differenza tra i Comuni (solo i Comuni più ricchi possono permetterselo) e aggrava la mancanza di medici nelle strutture pubbliche. Crediamo fermamente in una sanità pubblica, dove le assunzioni avvengano dietro regolare concorso e dove gli incarichi professionali vengano attribuiti in base a graduatorie, dove vengano rispettate sia la sicurezza del professionista sanitario che quella del cittadino che a lui si rivolge. E questa può essere garantita solo dal Ssr, non esiste altro ente, neppure il Comune, che ha le necessarie competenze per farlo”.
“La pandemia da Covid-19 ci ha messo di fronte all’importanza della medicina territoriale e distrettuale. A Follonica questa ha funzionato: basti pensare agli accessi al domicilio dei pazienti affetti da Covid da parte delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), alla gestione dei tamponi di controllo, all’enorme lavoro fatto in Fonderia 1 nella fase delle vaccinazioni. Dunque è proprio la medicina territoriale che andrà potenziata a Follonica, con l’istituzione della Casa di Comunità, progetto che verrà realizzato entro il 2026 e che vedrà coinvolti medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermiere e infermieri, assistenti sociali, personale amministrativo – termina la nota –; il personale sanitario sarà presente h 12-h18 e la popolazione troverà sempre una risposta sia di tipo sanitario che di percorsi socioassistenziali”.
“Infine, occorre fare una riflessione sui risultati raggiunti in seguito all’accorpamento dei Distretti della nostra provincia. Dovremmo discuterne e dovremmo capire se Follonica sia stata penalizzata oppure no: dal Distretto Colline Metallifere siamo passati ad un Distretto che ha accorpato, oltre al nostro, anche l’area grossetana e l’Amiata grossetana (il Distretto delle Colline dell’Albegna, invece, è rimasto tale). Ciò ha comportato una diversa distribuzione dei fondi da parte della Regione e una gestione di questi che spesso ci pare grosseto-centrica, rischiando di privare di fatto l’ex Distretto Colline Metallifere di autonomia operativa e gestionale – termina il comunicato –. Ci auguriamo che la decisione possa essere valutata e, se necessario, rimodulata. Il territorio dell’ex Distretto Colline Metallifere comprendeva, oltre al Comune di Follonica, quello di Massa Marittima, Gavorrano, Scarlino, Montieri e Monterotondo, territori ben diversi in termini di grandezza e dispersione della popolazione rispetto a quello cittadino di Grosseto e quindi con esigenze sanitarie e sociosanitarie non equiparabili”.