Follonica (Grosseto). “La Regione Toscana ha diffidato Adf per il cattivo funzionamento del depuratore di Campo Cangino, ma il Comune fa finta di niente“.
Sandro Marrini, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Follonica, interviene ancora una volta sui cattivi odori che attanagliano la città e punta il dito contro l’amministrazione comunale.
“Nei mesi scorsi, Arpat ha svolto diversi sopralluoghi nell’impianto e, quindi, ha redatto una relazione dettagliata in cui sottolineava che Adf, gestore del depuratore, ha saltato in maniera sistematica una serie di autocontrolli dovuti senza riprogrammarli ed in altri non ha segnalato il superamento delle concentrazioni limite previste dalla legge su fondamentali parametri a tutela dell’ambiente, come nel caso dell’azoto – sottolinea Marrini -. Le osservazioni di Arpat hanno portato la Regione ad emettere una diffida nei confronti di Adf, il 21 luglio scorso, con un decreto dirigenziale ad hoc. L’Ente toscano ha chiesto al gestore di spiegare in tempi stretti come mai i controlli sulle acque reflue scaricate e sulle acque in entrata non siano stati effettuati in modo corretto, nonché di relazionare sulle modifiche effettuate sul sistema di abbattimento degli odori e, di conseguenza, sulle emissioni in atmosfera, che ad oggi risultano difformi da quelle autorizzate, nonché sul programma di manutenzione e controllo delle modifiche impiantistiche effettuate, anch’esso assente”.
“Una copia del decreto della diffida della Regione Toscana è stata inviata anche al Comune di Follonica e alla Asl: quello che sconcerta è il fatto che il sindaco Benini, massima autorità sanitaria del Comune e responsabile della salute dei cittadini, non abbia informato gli abitanti della Città del Golfo – continua Marrini –. Ormai il primo cittadino sembra essersi fermato a quasi quattro anni fa, a quell’annuncio trionfale, subito dopo aver vinto le elezioni, in cui sottolineava: ‘Siamo felici di poter dire che abbiamo mantenuto la promessa, il progetto oggi è pronto. Se da un lato abbiamo risolto i problemi dei cattivi odori nell’immediato, in parallelo abbiamo affermato la necessità di un nuovo impianto. Con Adf ci siamo già attivati per reperire le risorse in ambito regionale e nazionale e siamo fiduciosi che ciascuno farà la propria parte’. Bene, ad oggi, il progetto non è partito e, tantomeno, sono cessati i miasmi. Inoltre, sono passati ben 7 anni e mezzo da una mia interrogazione sul depuratore, in cui chiedevo al sindaco Benini che fine avesse fatto il progetto di realizzazione delle vasche di laminazione previsto per quella zona. Purtroppo la situazione è sempre la stessa: il depuratore è sempre lì, così come il degrado e il puzzo. Fra l’altro, questa diffida dimostra come Benini accetti passivamente i diktat di Adf e metta in secondo piano il bene, e la salute, dei cittadini”.
“Nel depuratore, nel corso degli anni, sono stati investiti tanti soldi – spiega il consigliere comunale -. Il sindaco si faccia spiegare da Adf quali sono state le opere realmente realizzate per l’impianto e quante servono effettivamente a risolvere il problema dei miasmi. Inoltre, mi domando: quanti soldi sono stati spesi per i professionisti che ci lavorano? Non ha senso sottolineare, da parte del gestore idrico, che i cattivi odori sono attribuibili anche alla rete fognaria, dato che, effettivamente, provengono solamente dal depuratore. Come se non bastasse, sono mesi che non piove in città, quindi i tombini non sono colmi di acqua ristagnante. Adf dovrebbe monitorare regolarmente l’impianto e fornire le prove che i miasmi non provengano dal depuratore e dalla sua cattiva gestione. Quali sono stati i controlli condivisi da Adf con Asl e Arpat e perchè la Regione emette decreti in cui si sottolinea la mancanza di ispezioni da parte del gestore?”.
“Mi auguro che Benini si faccia portavoce nei confronti di Adf affinché queste domande abbiano una risposta – conclude Marrini -. Sicuramente il depuratore tornerà ad essere un cavallo di battaglia del centrosinistra nell’imminente campagna elettorale per le amministrative, ma i cittadini sono stanchi di interventi spot. Con la salute dei follonichesi non si scherza: è necessaria unità politica, al di là dei vari schieramenti, per far sì che si possa porre fine al problema dei miasmi. Ne va anche dell’immagine della città, meta turistica riconosciuta in tutta Italia e che rischia di essere screditata dalla cattiva gestione di un impianto”.