Home Cultura & Spettacoli “Novecento volte Eugenio Allegri”: ecco il libro fotografico sul direttore artistico della Fonderia Leopolda

“Novecento volte Eugenio Allegri”: ecco il libro fotografico sul direttore artistico della Fonderia Leopolda

Il libro sarà presentato a Follonica mercoledì primo novembre

di Redazione
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Follonica (Grosseto). La nuova stagione al Teatro Fonderia Leopolda di Follonica non può non iniziare con un nuovo omaggio all’indimenticato direttore artistico Eugenio Allegri.

Dallo spettacolo storico “Novecento” con Eugenio Allegri, il fotografo Paolo Ranzani ha tratto un volume fotografico, edito da Crowdbooks, che sarà presentato mercoledì 1° novembre alle 17.30 al Teatro Fonderia Leopolda, nella sala Allegri. “Novecento volte Eugenio Allegri“, questo il titolo del volume, è stato realizzato dal fotografo Ranzani con i testi di Alessandro Baricco, Lella Costa, Gabriele Vacis e Roberto Tarasco. Oltre a Ranzani, all’evento saranno presenti Stefano Romagnoli, spettatore professionista, e Alessandro Bigatti, tecnico audio luci di “Novecento”. Coordinerà il pomeriggio Luana Gramegna, direttrice artistica di Zaches Teatro.

Il libro

“Novecento volte Eugenio Allegri” è un libro di fotografie che racconta, ricorda e rievoca l’incredibile viaggio, per quasi trent’anni, su centinaia di palcoscenici, in Italia e oltralpe, di Eugenio Allegri.

Alessandro Baricco scrisse il monologo teatrale “Novecento” appositamente per Allegri e per la regia di Gabriele Vacis. La sera del 28 giugno 1994, “Novecento” debuttò al sedicesimo Festival di Asti, nel cortile del Palazzo del Collegio. Replicò il 29 giugno. Due appuntamenti iniziali e, per due sere, 700 persone. Tutta la critica teatrale italiana schierata in platea; tanti spettatori curiosi; tanti amici e un’attrice, Lella Costa, che alla fine andrà in camerino ad abbracciare Allegri. Da quel giorno si contano oltre 700 repliche. Il fotografo Paolo Ranzani restò infatuato da una delle prime rappresentazioni e chiese ad Eugenio, suo amico e maestro di Commedia dell’Arte, di poter fotografare quell’alchimia che gli inondò gli occhi e il cuore in un’ora e mezzo di spettacolo. Ben presto non si accontentò più di raccontare la scena visibile al pubblico e iniziò così a frequentare il backstage, l’allestimento nei teatri delle città, seguì anche intere parti della tournée, per oltre 20 anni, ogni tanto, trovò il modo di staccarsi dai suoi impegni di fotografo professionista e si aggregò alla carovana.

Che sia un teatro a Roma o a Montecarlo, che siano i vent’anni al Piccolo di Milano, l’ennesima volta al Carignano o in presenza di un’accorata standing ovation al “Print Room at the Coronet Theatre” di Londra, Ranzani diventò unico testimone di questa storia e della solitudine dell’attore mentre aspetta il buio della scena per vestire i panni di “Novecento” e del trombettista Tim Tooney, che è il narratore della storia.

Questo libro fotografico è il frutto di infiniti e meravigliosi viaggi al fianco di Eugenio Allegri, nel baccano delle prove luci intralciando e incrociando il meticoloso lavoro dei tecnici, infilandosi nei bagni del camerino, restando lento osservatore della liturgia precisa dell’attore che si prepara, si fa la barba, si concentra, cuce il costume e stira il cappello, rilassa le gambe, attende il microfono, fa esercizi vocali e smorfie bizzarre, fino al silenzio d’ombra dei minuti prima del buio in sala. L’amicizia e la fiducia tra i due si fece così unica e forte che Eugenio lo portò anche in scena, dietro le quinte, sulle passerelle, tra graticce e ballatoi.

Per anni parlarono di quando sarà il momento giusto per far uscire il racconto fotografico, si pensò per i 30 anni, manca poco, il 2024 è vicino, si pensò anche al titolo e poi si decise già che ci dovranno essere dei testi di Baricco, di Vacis, di Tarasco e anche di Lella Costa. Poi però Eugenio Allegri morì improvvisamente la sera del 6 maggio 2022. Il progetto fotografico poteva fermarsi lì, ma si è sentita immediatamente l’urgenza di non smettere di crederci e di voler ricordare la magia che per anni ha riempito le sale di molti teatri e il cuore dei tantissimi affezionati che ancora piangono l’assenza. Alla fine il libro è stato fatto come avrebbe voluto Allegri.

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