Si svolgerà domani, dalle 15:00 alle 19:30, alla Riserva Naturale Biogenetica di Tomboli di Follonica e Scarlino, una giornata per l’ambiente che sottolinea la sostanziale omogeneità degli interessi tutelati sia dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità che dalla Federazione Italiana dello Scautismo (Fis) attraverso la reciproca messa a disposizione di risorse umane e strumentali, al fine di realizzare iniziative di tutela della biodiversità.
Nello specifico nella Località Polveriera del Comune di Scarlino, che è parte della Riserva Biogenetica dal 1977, i ragazzi del Gruppo Scout AGESCI Follonica 2, con la guida e la collaborazione di personale militare e civile del Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica, contribuiranno alla ricostruzione e protezione delle dune embrionali con la messa a dimora di oltre 50 piantine di diverse specie e la costruzione di schermi frangivento disposti a scacchiera realizzati con stuoie di canne pretessute posizionate su un’intelaiatura costituita da pali di castagno. Queste strutture hanno la funzione di favorire la deposizione della sabbia eolica e la conseguente creazione di un deposito dunale. La vegetazione trova poi le condizioni favorevoli al proprio sviluppo evolvendo e provvedendo progressivamente all’accrescimento ed alla stabilizzazione del deposito dunale, la miglior opera di riqualificazione si ottiene sempre ricostituendo spiagge e dune il più possibile simili a quelle originarie e utilizzando rigorosamente per la loro fitostabilizzazione solo specie vegetali erbacee ed arbustive indigene. Si è inoltre provveduto ad una vera e propria “caccia” al rifiuto ripulendo sia la zona interna della Riserva che l’area occupata dai cordoni dunali che costituiscono ambienti con caratteristiche ecologiche difficili per la vita, legate a substrato incoerente, povero di nutrienti, mobile e altamente drenante, esposizione a venti salsi e forte irraggiamento.
Nel loro complesso, gli ambienti costieri sono particolarmente vulnerabili, essendo soggetti a un equilibrio delicato poiché deve tener conto di una serie di fattori naturali e dell’azione esercitata dall’uomo.
Le piante adatte a questo tipo di ambiente sono poche ed estremamente specializzate.
Nella prima fascia, in generale a 50 m dalla linea di costa, sulle prime sabbie dissalate, si trovano soltanto piante pioniere a ciclo breve. Si passa poi alla vegetazione dominata dallo sparto pungente e a tutte le altre specie vegetali che crescono sulla duna che oltre a contribuire attivamente alla sua edificazione, man mano che la duna stessa si accresce e si articola morfologicamente, si organizzano in differenti fitocenosi che si evolvono contemporaneamente alla duna stessa. Oltre al loro valore ecologico, le dune costiere hanno un ruolo essenziale quale elemento di mitigazione “naturale” del rischio costiero (erosione/allagamento), tanto che l’IPCG (Intergovernmental Panel on Climate Change) le ha identificate tra gli elementi di resilienza della zona costiera sabbiosa, insieme alle barriere coralline, le aree salmastre e le foreste di mangrovie.
“Ragazzi pronti a rimboccarsi le maniche per il proprio paese, giovani che vogliono sporcarsi le mani per contribuire in modo concreto a migliorare il territorio in cui vivono. Queste sono le occasioni in cui vengono superati gli interessi locali e gli approcci settoriali a favore della superiore tutela della biodiversità”, ha dichiarato il Comandante Col. Giovanni Quilghini.