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Il sindaco di Follonica, Andrea Benini, fa il punto sull’impegno del Comune nelle politiche sociali.
“In questi anni di gravi difficoltà per le finanze dei Comuni, abbiamo sempre deciso di continuare ad investire sul sociale, incrementando in modo significativo risorse e progettualità – spiega Benini –; grazie ad un impegno condiviso insieme ai servizi sociali, alla fitta e ricchissima rete del volontariato sociale, l’amministrazione comunale ha cercato in questi anni di far fronte alle diverse, e sempre crescenti, sofferenze, povertà, fragilità, solitudini, precarietà“.
L’emergenza abitativa
“Complessivamente, l’impegno economico dell’amministrazione sull’emergenza abitativa si aggira sui 180mila euro all’anno: con queste risorse il Comune compartecipa all’affitto dei 27 alloggi (negli ultimi 4 anni 9 alloggi in più sono stati gli appartamenti reperiti dal Comune), che abbiamo dato in concessione a famiglie in difficoltà – sottolinea il sindaco -. Abbiamo consentito a molte famiglie sfrattate, in particolare nel periodo invernale, di poter usufruire di sistemazioni di emergenza presso strutture ricettive o presso l’ostello Sant’Anna a Massa Marittima“.
Lo stabile di via Apuania, presente e futuro
“E’ un immobile di proprietà regionale, che in questo momento si trova in uno stato di decadenza evidente, che ospita 7 alloggi di emergenza abitativa, e per il quale il Comune paga alla Regione Toscana un canone di 12mila euro anni. Questo è il presente, il futuro sarà altro: stiamo predisponendo un progetto per una riqualificazione radicale di quello spazio, per farlo diventare un luogo multifunzionale di accoglienza per i diversi bisogni abitativi del territorio (persone sole, nuclei familiari, madri sole con figli, ecc.) con spazi e servizi comuni, per dare in modo più concreto il senso di temporaneità delle soluzioni che deve essere tipico dell’emergenza abitativa – continua il sindaco -. Nel territorio una struttura simile non esiste (in circostanze di emergenze estreme siamo costretti a ricorrere a strutture alberghiere o affittacamere). Sarà il ‘modello’ di riferimento, per superare tendenzialmente e gradualmente il modello della concessione degli appartamenti, che ha ingessato in questi anni il sistema“.
I progetti per l’autonomia abitativa
“E’ il progetto di eccellenza nella gestione della politiche abitative – spiega Benini -. Co-progettato in collaborazione con le realtà del terzo settore e dell’associazionismo sociale locale, parte dal presupposto che il problema della casa è spesso solo una aspetto di una problematica complessa di bisogno. E che affrontare solo il tema del ’tetto sulla testa’ (pure importante), isolandolo da un contesto sociale, affettivo, lavorativo, rischia di far diventare l’emergenza abitativa una sorta di ‘parcheggio esistenziale’. Allora abbiamo deciso di investire su figure professionali specifiche che possano accompagnare i concessionari degli alloggi in un percorso, con tempi definiti e obbiettivi monitorati, verso l’autonomia, accompagnandoli nella costruzioni dei curriculum, nel rapporto con il Centro per l’impiego e in generale nei colloqui lavorativi, abilitando quegli strumenti culturali che permettono alle persone di essere non ‘oggetti di aiuti a perdere’, ma soggetti attivi di un percorso verso l’autonomia personale e la cittadinanza attiva e consapevole. Sul progetto investiamo circa 30mila euro“.
Il punto di accoglienza per i senza fissa dimora
“L’accoglienza e l’ospitalità notturna opera da molto tempo a Follonica, da alcuni anni è gestita direttamente dal servizio di emergenza abitativa del Comune in collaborazione con il Coordinamento interparrocchiale delle opere caritative per offrire, da ottobre ad aprile, una soluzione per poter ospitare senza fissa dimora e chiunque non abbia disponibilità di un alloggio – prosegue Benini -. Importante anche il servizio docce, aperto nei giorni stabiliti per tutto l’anno. Ci sono circa 14 posti letto, per un investimento di 18mila euro”.
Il contributo per la mensa
“Conosciamo bene l’esperienza della mensa gestita dal Coordinamento opere caritative, in via Piave, in cui operano circa 50 volontari, che offre oltre 18mila pasti all’anno, in una tendenza di drammatica crescita in questi anni, con una maggioranza di presenza di italiani (invertendo il trend dei primi anni, che vedeva una maggiore presenza di stranieri) – spiega il sindaco –. Il Comune sostiene, insieme a moltissimi altri soggetti privati (imprese, aziende, attività commerciali, associazioni, singoli cittadini) una esperienza così preziosa con un con un contributo annuo di 29mila euro“.
I progetti di prevenzione per lo sfratto
“In questi ultimi anni abbiamo puntato molto su progetti per sostenere le famiglie in difficoltà nel pagare l’affitto prima di far attivare le procedure di sfratto – continua Benini -. Abbiamo partecipato al bando del Fondo nazionale per la prevenzione degli sfratti per morosità incolpevole (si tratta di un contributo che arriva dal Ministero delle finanze e che passa dalla Regione, che lo eroga ai Comuni ad alta tensione abitativa), potendo accedere ad importanti risorse negli ultimi anni. Nel 2016 abbiamo avuto circa 34mila euro, ad oggi sono stati risolti 8 sfratti. Nel 2017 siamo in attesa di altri fondi e ci sono 4 situazioni in attesa. La morosità deve essere incolpevole, cioè dovuta a malattia, stato di disoccupazione, mobilità, mancato rinnovo di contratti di lavoro a termine. Ise non superiore a 35mila e Isee non superiore a 26mila, quindi alto. E’ un contributo che arriva a coprire fino a 8mila euro di morosità e tutela i proprietari, in quanto il contributo arriva direttamente a loro, anche nel caso della stipula di un nuovo contratto d’affitto. A questo si aggiunge il Fondo per il contributo affitto, quest’anno di 36mila euro, a cui possono accedere, partecipando al bando pubblico che viene attivato tra aprile e giugno, tutti coloro che si trovano in difficoltà nel pagare l’affitto“.
Maggiore sostegno ai servizi sociali
“Abbiamo incrementato di due euro procapite (più 44mila euro) la quota a favore dei servizi socio-assistenziali – spiega il sindaco -, per sostenere ulteriormente i servizi resi dai servizi sociali in termini di sostegno alle problematiche di fragilità socio-economica, relazionale, lavorative e assistenziale“.
La prospettiva delle case popolari
“Follonica in questo momento ha in dotazione 261 alloggi popolari, è in corso di redazione la nuova graduatoria provvisoria, siamo consapevoli purtroppo di tempi drammaticamente lenti rispetto alle esigenze delle famiglia in attesa, in graduatoria, spesso da molti anni – sottolinea Benini -. Per questi ci siamo impegnati in questi anni per poter far realizzare ulteriori alloggi; è stato un percorso faticosissimo, ricco di diversi ostacoli. Si tratta di un progetto da 1milione 800mila euro per la realizzazione di 18 nuovi alloggi di Erp, finalmente approvato in Regione lo scorso 5 dicembre, e per il quale l’Epg si sta adoperando per attivare la gara d’appalto entro la prossima primavera“.
La necessità dei controlli
“L’amministrazione si sta muovendo in modo molto deciso anche sul fronte dei controlli, nei confronti di chi magari sta godendo a vario titolo di contributi pubblici (intesi in senso generale, dal semplice aiuto in termini di agevolazioni per l’accesso ai servizi, fino al godimento di una casa popolare o di un alloggio di emergenza abitativa) – continua Benini -. Su questo fronte è in vigore da tempo un protocollo di intesa con la Guardia di Finanza, che assicura una verifica attenta e l’esame degli elenchi completi delle agevolazioni concesse dal Comune o comunque elargite dal nostro Ente in qualità di tramite di altre istituzioni (Regione Toscana, Stato ecc.)“.
“Per le abitazioni dell’edilizia residenziale pubblica è attiva una attività di controllo diretta e svolta in via prioritaria dalla Polizia Municipale, che si muove d’iniziativa o sulla base dell’impulso proveniente dall’Epg: ogni situazione anomala è verificata e, se del caso, sono avviate senza indugio le procedure di decadenza – spiega il sindaco -. Tutto ciò nella consapevolezza che ogni privilegio conservato con l’abuso costituisce un danno concreto nei confronti di chi si trova davvero in situazioni di grave emergenza abitativa e quindi merita il sostegno e l’intervento dell’amministrazione. Senza parlare poi dei casi in cui l’azione di presa in possesso di immobili è avvenuta in modo del tutto illegale ed arbitrario: in questo caso l’amministrazione ha avviato e concluso tutte le procedure, anche di natura penale, arrivando allo sgombero coattivo“.
“In conclusione, ciò non significa aver fatto tutto il necessario rispetto ai bisogni crescenti, sempre più complessi. Dobbiamo metterci sempre in discussione, guardando in faccia le persone che ogni giorno incontriamo e che ci chiedono risposte, sapendo che non è sempre possibile esaudire richieste o confezionare soluzioni – sottolinea Benini -. Certamente dobbiamo essere consapevoli che le nostre politiche debbono rifuggire da tentazioni assistenzialistiche o di facile paternalismo, da un approccio puramente riparativo o di assistenza materiale, dotarsi di strumenti di comprensione della realtà, essere innovative, evolute, ostinate, capaci di promuovere crescita, sviluppo, benessere umano e sociale“.
“Conosciamo le gravi sofferenze legate alla perdita del lavoro, o ad un lavoro precario e malsicuro, all’intreccio di dinamiche complesse che portano ad un impoverimento e ad un senso di maggiore vulnerabilità e insicurezza – conclude Benini -. E allo stesso tempo dobbiamo aprire gli occhi di fronte al tema cruciale della democrazia e della sua qualità, in un contesto in cui deprivazione materiale (insufficienza del reddito, mancanza di casa o lavoro) e deprivazione politica (indebolimento dei diritti, logoramento della dignità) appaiono strettamente intrecciati. E in cui il rischio di regressione a forme servili di cittadinanza appare pericolosamente reale”.