“Abbiamo voluto affermare la necessità di fare la nostra parte nel sistema dell’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo proposto dalla Regione Toscana”, afferma il sindaco di Follonica, Andrea Benini.
“Non è solo una necessità etica, riguardo all’importanza che ciascuno possa fare la sua parte nell’affermazione dei valori dell’accoglienza e giustizia sociale nei confronti di chi fugge da guerre, violenze, persecuzioni, ma anche una esigenza di legalità: ce lo impongono il diritto internazionale, le norme europee ed italiane, a partire dall’articolo 10 della Costituzione – prosegue il sindaco –. E noi vogliamo però dotarci di uno strumento pragmatico, efficace, serio: il sistema di Protezione per richiedenti Asilo e rifugiati in Italia è considerato il modello di eccellenza in Italia, vede un’assunzione di responsabilità diretta del Comune che presenterà un proposta, insieme a partner dell’associazionismo e del terzo settore, entro la finestra del prossimo 31 marzo, per la realizzazione di progetti di accoglienza di richiedenti asilo, accedendo al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, sostenuto anche dalla Comunità europea, fino al 95% di finanziamento del progetto”.
“Che cosa prevede il progetto Sprar? È un percorso che supera la sola distribuzione di vitto e alloggio, spazza via ogni logica assistenzialistica passiva. I richiedenti asilo diventano protagonisti del loro progetto di inserimento e di riconquista della propria autonomia, per una effettiva partecipazione alla vita civile e socioeconomica del nostro Paese, integrando percorsi diversi, con tempi, modalità e numeri certi, secondo il modello dei piccoli numeri diffusi – sottolinea Benini -. Si tratta di un sistema di accoglienza strutturato, costantemente monitorato rispetto agli obbiettivi perseguiti, in cui gli ospiti sono chiamati ad un impegno ed una corresponsabilità; verranno svolti servizi legati all’insegnamento della lingua italiana e alla mediazione linguistico-culturale, i servizi per favorire l’inserimento lavorativo, l’orientamento e l’informazione legale, i servizi a sostegno della formazione e della professionalizzazione, la possibilità nel percorso di formazione di svolgere lavori di pubblica utilità in accordo con l’amministrazione, l’inserimento scolastico dei minori nelle scuole secondarie di secondo grado”.
“La nostra scelta è per affermare una idea matura e pragmatica di integrazione. Affermando l’idea che non dobbiamo essere sopraffatti dalla paura e della diffidenza, favorire al contrario momenti di conoscenza e di scambio rispetto alle culture e ai mondi che attraversano la nostra città, a partire dalle nostre scuole: in questo ci aiuterà anche la Commissione interculturale che ha ripreso la sua attività in questi mesi – conclude Benini -. Evitando, al contempo, situazioni di cattiva gestione progettuale o mancato controllo come quella a cui assistiamo in questi mesi di molti ragazzi che giungono nella nostra città, in bicicletta, da una struttura vicina, nella provincia di Livorno: su questo, in particolare, mi è stato confermato, negli ultimi giorni, un forte interessamento dei Carabinieri per identificare le persone e monitorare i movimenti”.