“C’è stato un lungo periodo nel secondo Novecento nel quale abbiamo avuto coscienza delle vicende internazionali. Gli stessi processi di liberazione dal colonialismo sono stati frutto delle lotte di quei popoli oppressi, ma anche di un sentire diffuso in occidente”.
A dichiararlo è Ettore Chirici, capogruppo di Gente di Follonica, nel corso del suo intervento nel Consiglio comunale di venerdì scorso.
“Poi il Vietnam, la Palestina, il Cile e così via. Certo, c’era la debolezza di non agire con altrettanta forza contro il blocco sovietico, che peraltro un’area consistente della sinistra definiva ‘socialimperialismo’ – spiega Chirici -. Ci sentivamo cittadini del mondo, mentre, ecco il paradosso, con la globalizzazione è accaduto il contrario. Viviamo come singoli i drammi di tanti popoli, non c’è un moto collettivo”.
“Mi piacerebbe che il Comune di Follonica, con gli ovvi limiti, dedicasse parte della politica culturale a questi temi che si riflettono e condizionano le nostre vicende. Mi piacerebbe che accanto allo striscione per la verità sull’omicidio di Regeni, ce ne fosse uno per Aleppo ed uno contro il terrorismo islamico – continua Chirici -. Siria, Libia, Egitto, l’Africa subsahariana, ecc.: scontiamo gli errori dell’Europa, la sua inconsistenza politica e dunque l’incapacità a fronteggiare il più grande fenomeno migratorio da molti secoli. Quanto accade soprattutto nell’area mediterranea è monito pesante e grave alla crisi politica e ideale dell’occidente”.
“Un’Europa che, invece, per l’Isis esiste: a Nizza hanno colpito il 14 luglio, festa laica della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità; a Berlino a Natale, in un luogo di condivisione e voglia di stare insieme, vicinissimo alla chiesa di Guglielmo I ribattezzata ‘chiesa della pace’. Berlino è un simbolo ed i morti, ancora una volta, sono cittadini comuni. La democrazia, la libertà delle donne, la convivenza tra religioni sono valori che abbiamo conquistato nel tempo, con lotte di massa, e, ahinoi, non scontati. Essi rendono gli integralisti islamici feroci. Se non siamo capaci noi di definire l’Europa, ci pensano i nemici – sottolinea Chirici -. La coscienza di essere ognuno di noi potenziale obiettivo, non deve lasciare spazio alla paura, all’isolamento. Esattamente l’opposto. Abbiamo bisogno ovunque, anche a Follonica, di riscrivere il rapporto con l’immigrazione, in un mix di accoglienza, rispetto, regole da condividere e rispettare. Dobbiamo portare gli islamici a denunciare il terrorismo che in nome della stessa fede produce sangue e vittime”.
“Vorrei allora che la politica del Comune di Follonica facesse di questi temi una priorità. La soluzione non può essere un’accoglienza fine a se stessa: procedendo di questo passo, il numero diverrà insostenibile da molti punti di vista, non ultimo quello economico – conclude Chirici -. Spesso chi arriva da noi è poco preparato tecnicamente, poco professionalizzato, lo ‘parcheggiamo’ in strutture, diventando un peso economico e sociale senza prospettiva. L’immigrato, invece, deve essere seguito, formato, inserito e, da parte sua, deve accettare le nostre regole e ‘contraccambiare’ il nostro sforzo”.