“Il golfo di Follonica gode di una posizione geografica particolare, assenza di venti forti, mare con onde trascurabili, esclusi pochi giorni all’anno di maltempo. Per questo motivo si evidenzia una massiccia presenza di imbarcazioni da diporto, dislocate in tutte le marinerie del golfo, che va da Punta Ala a Piombino, con un numero di circa 5.000 unità, oltre alla presenza dei pescatori professionisti, di Castiglione della Pescaia, del Puntone, di Carbonifera e di Piombino, con circa 50 moto pesca”.
A dichiararlo è Michele Scola, presidente della sezione di Grosseto di Italia Nostra.
“In autunno si aggiungono quelli che esercitano la pesca del rossetto, provenienti da tutto il compartimento di Livorno – continua Scola -. Facendo un calcolo approssimativo, se ogni moto pesca porta a bordo il quantitativo consentito di reti da posta che è di 4.000 metri, moltiplicato per 50 fa 200 chilometri. Ai quali vanno aggiunte le reti da posta che calano i pescatori autorizzati alla pesca del rossetto, che provengono dall’esterno, e si arriva a circa 250 chilometri di reti che intrecciano nel golfo. Non dimentichiamo le trappole per la pesca del polpo, che sono circa 6.000 e che sono in grado di catturare non solo i polpi, ma ogni specie di pesce”.
“Si capisce subito che l’impatto ambientale non regge più, siamo al collasso, alcune specie ittiche sono già scomparse ed altre sono notevolmente diminuite. La situazione si è fortemente aggravata per la presenza, dei moto pesca autorizzati a scopo sperimentale, alla pesca del rossetto e bianchetto, impoverendo così il golfo del primo anello della catena alimentare di cui si nutrono tutti gli altri pesci – spiega Scola -. Sul fondale marino del golfo di Follonica vi è una consistente presenza di alga oceanica che per legge è tutelata ed è vietato lo strascico da parte dei moto pesca piccoli o grandi che siano. I moto pesca strascicano anche su questa fascia protetta, causando danni gravissimi all’habitat marino, impoverendo sempre di più la fascia costiera atta alla riproduzione delle varie specie ittiche e creando un notevole danno economico ai pescatori non autorizzati per questi tipo di pesca”.
“L’Europa e l’Italia sono orientate verso una pesca sostenibile proibendo la cattura di quelle specie ittiche che risultano sotto misura. Il rossetto in natura è un piccolo pesce di circa 7 centimetri. E non viene catturato allo stato adulto, ma a quello larvale, appena nato, di ‘avannotto’. Si infrange così la regola sopra citata – conclude Scola -. La pesca al rossetto va proibita se vogliamo tutelare il nostro mare. Il rossetto non si cattura da adulto perché non è più commerciabile per soddisfare la gola dei buongustai. Questa non è una valida giustificazione per distruggere un eco-sistema marino”.