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Follonica, Confcommercio incontra il Comune: “Tari troppo alta”

di Redazione
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Ascom Confcommercio Grosseto torna all’attacco sulla fiscalità locale ed in particolare sulla Tari troppo cara, che penalizza le imprese.

Sull’argomento, in questi giorni, Riccardo Ardiccioni, vicepresidente della delegazione Confcommercio di Follonica, accompagnato dal funzionario provinciale Carlo Ricci, ha incontrato gli assessori Alberto Aloisi (Bilancio e patrimonio, politica del mare e Carnevale) e Massimo Baldi (Turismo, commercio, attività produttive, marketing territoriale).

La Tari aumenta, mentre a livello nazionale la produzione di rifiuti è scesa del 10% in quattro anni – spiegano da Confcommercio. La provincia di Grosseto, assieme a buona parte della Toscana, vanta il poco invidiabile primato dei Comuni che spendono più del fabbisogno calcolato dal Ministero delle Finanze. A ciò si aggiunge una frequente disomogeneità di tariffazione tra Comuni simili. Non vogliamo additare i Comuni come colpevoli di questo fenomeno: indubbiamente ci vorrebbe una maggiore coordinazione, ma è necessario capire bene le logiche di formazione dei costi e gli eventuali margini di inefficienza da correggere“.

Quello che però appare assurdo agli occhi dell’associazione di categoria grossetana è che il comportamento virtuoso, la raccolta differenziata, la collaborazione per lo stoccaggio non solo non vengono premiati con sconti sulle tariffe, ma sembrano rappresentare addirittura un maggior costo.

E’ evidente che su questi aspetti i Comuni e le associazioni degli imprenditori devono lavorare assieme – continuano da Confcommercio. Dobbiamo giungere in tempi brevi a un cambiamento che preveda significativi sconti per chi differenzia correttamente e collabora per facilitare la raccolta. I rifiuti in discarica devono diminuire, così come devono diminuire le tariffe di smaltimento. Su questi aspetti, l’assessore Aloisi e l’assessore Baldi hanno dimostrato comprensione, promettendo il loro interessamento. Si sono dimostrati anche possibilisti in merito alla richiesta di rivedere i costi del suolo pubblico per le strutture che, pur insistendo su concessioni annuali, sono in realtà soggette ad uso stagionale“.

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