Il Comune di Follonica ha comunicato stamani i dati annuali rilevati dalla Provincia di Grosseto sulle presenze turistiche nella Città del Golfo:
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2012 |
2013 |
variazione % |
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arrivi |
italiani |
41909 |
49995 |
19,3% |
stranieri |
18990 |
15569 |
-18,0% |
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tot. |
60899 |
65564 |
7,7% |
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presenze |
italiani |
276799 |
372167 |
34,5% |
stranieri |
157003 |
156638 |
-0,2% |
|
tot |
433802 |
528805 |
21,9% |
Il flusso turistico del 2013 è molto positivo, con un incremento degli arrivi del 7,7% e delle presenze del 21,9%, e una permanenza media che passa da 7 a 8 giorni.
Il trend di decrescita dei flussi turistici era iniziato nel 2010, perlopiù dovuto ad una contrazione del turismo nazionale (nel 2010 i tre villaggi follonichesi erano ancora in attività) che già risentiva della crisi economica, mentre il turismo straniero ancora reggeva, per poi contrarsi però in modo consistente nel 2011, soprattutto nel periodo della Pentecoste.
Adesso, questo trend generale dei flussi turistici si è chiaramente invertito, con numeri confortanti e molto positivi, ma si evidenziano modifiche nell’attrazione di Follonica e nelle scelte dei turisti.
Nel 2013, infatti, è il turismo italiano che riprende quota (+ 19,3% degli arrivi e +34,5 % delle presenze totali), soprattutto nelle strutture extralberghiere, con un aumento sia di presenze che di arrivi del 41%; incremento anche nell’alberghiero, più moderato seppur consistente, con circa un +20% per gli arrivi e + 35% delle presenze.
Nel circuito extralberghiero la permanenza degli italiani è rimasta stabile, con circa 11 giorni di vacanza, mentre per chi ha scelto l’alberghiero si è avuto un lieve allungamento della permanenza, che passa da 6,5 a 7,5 giorni.
“Il circuito di tutte le strutture turistiche della città è costituito da 59 strutture ricettive e poco meno di 6000 posti letto – dichiara il sindaco Baldi -; in particolare i 21 alberghi coprono 1254 posti letto, mentre le restanti strutture comprese nell’extralberghiero (villaggi, campeggi, agriturismi, affittacamere, cav, caf, residence) coprono 4586 posti. Nell’extralberghiero non è compreso il circuito delle seconde case, molto consistente a Follonica (forse pari a quello che rientra nel circuito ufficiale e rilevato), composto da 9500/10000 appartamenti: proprio perché il dato non è rilevabile, questo rende sicuramente parziale il rilevamento globale e reale dei flussi turistici, sia in termini di presenze che di arrivi”.
Il dato significativo del 2013 è anche che l’attrazione di Follonica rispetto agli stranieri è diminuita, non tanto in termini di presenze, che sono rimaste praticamente costanti (-02%), ma di arrivi, che invece si sono attestati su un -18%. E questa contrazione non riguarda i mesi di luglio e agosto, ma soprattutto quelli di media stagione (Pentecoste e ottobre). Questo a livello di presenze sul territorio però non ha avuto riscontri gravi, nel senso che gli stranieri che sono venuti si sono trattenuti di più nella Città del golfo, allungando la vacanza da 8 a 10 giorni.
Altro elemento da notare è che la contrazione del turismo straniero si è avuta soprattutto nell’extralberghiero, mentre l’alberghiero ha retto abbastanza (con un -5% di arrivi e un incremento del 7% di presenze): in pratica ci sono stati meno stranieri nei periodi di media e bassa stagione, con vacanze più lunghe e soprattutto in albergo.
“Il fatto della contrazione in bassa e media stagione sicuramente crea un markup significativo – continua il sindaco – perché in tali periodi la capacità di spesa del turista è più alta, c’è maggiore propensione a cercare offerte variegate e non solo legate alla spiaggia, cercando anche input dal territorio, e quindi il reddito distribuito e la redditività del ‘turista’ rispetto all’economia locale sono più consistenti: questo significa che il dato del turista che si muove meno in periodi bassi deve farci riflettere a vari livelli, proprio perché la perdita può essere ‘importante’ anche in termini economici generali.
Per fare valutazioni dobbiamo sottolineare che la riapertura dei villaggi come imprese turistiche ricettive è sicuramente un elemento importante per i dati rilevati (aumento dei flussi italiani nell’extralberghiero).
Inoltre, è importante ricordare che la caratteristica delle seconde case per Follonica è un dato significativo, non rilevabile e che difficilmente riusciremo a quantificare, se non commissionando studi ah hoc (es: rifiuti solidi urbani) , anche perché questa fetta di mercato entra in un sistema particolare nel quale ‘viene affittato di tutto’ e ‘tutto è affittabile’, cosa che crea distorsioni anche sulla tipologia di attrazione e di turismo.
I dati del 2013 comunque sono molto buoni: sono sintomo di una ripresa consistente e danno spazio a valutazioni che gli attori principali (pubblica amministrazione, imprenditori, cittadini) devono elaborare”.
E per farlo è importante anche comparare i dati provinciali con quelli del Comune di Follonica (ricordando che i dati provinciali rappresentano tutti i comuni grossetani e quindi la sommatoria dei dati di tutti i comuni, montani collinari e costieri, con vocazione turistica modulata) perché anche questo offre spunti interessanti per scelte e valutazioni.
Provincia Grosseto var. % 2012 / 2013 |
Follonica var. % 2012 /2013 |
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arrivi |
italiani |
1,37% |
19,3% |
stranieri |
10,18% |
-18,0% |
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tot. |
3,36 |
7,7% |
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presenze |
italiani |
3,56% |
34,5% |
stranieri |
14,55% |
-0,2% |
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tot |
6,63 |
21,9% |
La provincia di Grosseto, nel totale dei comuni, ha un incremento di presenze del 6.63% e di arrivi del 3,36% e sono soprattutto gli stranieri ad aumentare sia presenze che arrivi. In particolare, nelle strutture alberghiere, gli arrivi degli stranieri sono aumentati del 10%, mentre le presenze del 28%, contro un 5% e 7,7% di Follonica. La cosa inversa è accaduta per i turisti italiani, che a Follonica sono aumentati del 41 % (sia arrivi che presenze), mentre in provincia si sono contratti dell’1,45% e le presenze sono aumentate del 6,54%.
“Sicuramente Follonica ha un po’ diminuito l’esotismo di vacanza balneare pura – continua il sindaco Baldi -, ma ha acquistato il valore territoriale, lasciando al trinomio sole-mare-pineta (sempre vincente comunque) relazioni di contesto e marchio, come il brand Maremma Toscana, ma anche la cultura, l’enogastronomia, le isole, le escursioni, le oasi faunistiche: e questo può esserci d’aiuto perché Follonica è baricentrica rispetto a tutte queste situazioni che determinano attrazione e fruibilità da parte del turista moderno, meno ricco, ma più consapevole.
Sicuramente ci sono debolezze da affrontare e su quello dobbiamo impegnarci: dobbiamo stare attenti al contesto ambientale, bellissimo ovviamente, ma con criticità verso le quali il turista, soprattutto straniero, mostra sensibilità; ma dobbiamo anche essere consapevoli e cercare di risolvere le fragilità strutturali che, in uno scenario mondiale di criticità congiunturale, ovviamente possono rappresentare freni”.
“Dobbiamo puntare su una ricettività alberghiera di qualità – conclude il sindaco – sia perché lo chiede il mercato, sia perché elevare l’imprenditorialità è il passo nevralgico per poter abbandonare completamente la caratteristica di dopolavoristi del turismo, che ancora in parte abbiamo, soprattutto per la tipologia di offerta.
La pubblica amministrazione ha quindi il compito di riconoscere gli imprenditori turistici, coadiuvandoli nei percorsi burocratici e soprattutto nelle azioni accattivanti di riqualificazione, necessarie per tenere e per fare un salto di qualità. Gli imprenditori, dal canto loro, devono definire e riconoscere un obiettivo strategico non accontentandosi della rendita immobiliare della struttura, ormai neanche più speculativa, ma rendendo produttivo il lavoro anche ridiscutendo le strategie, secondo gli input del mercato e guardando in prospettiva.
Anche i cittadini entrano in questo processo, perché il benessere è di tutti e tutti gli attori sono coinvolti, specialmente in una tipologia di offerta turistica come quella follonichese: anche per i follonichesi esiste un impegno, che è quello di definire e assecondare obiettivi compatibili, in grado di creare economie non di contrasto, ma di armonia con tutti i soggetti coinvolti, in un contesto che ovviamente non potrà più tornare primitivo ma dovrà tendere all’innovazione, al superamento dei punti di rottura e alla condivisione del senso del buon vivere”.