Home Follonica Scarlino Energia, il Pd di Follonica replica all’assessore Siveri: “Poco chiaro l’iter di riapertura dell’impianto”

Scarlino Energia, il Pd di Follonica replica all’assessore Siveri: “Poco chiaro l’iter di riapertura dell’impianto”

di Redazione
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato del Partito democratico di Follonica in merito alle dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente, Patrizia Siveri, sulla riapertura di Scarlino Energia:

“Il polo industriale del Casone ha una grande rilevanza strategica, come affermato dall’assessore Siveri, ciò è indubbio e di questo siamo pienamente consapevoli. Ci fa piacere sapere che l’assessore guarda con serenità alla gestione ambientale di quell’area, contrariamente noi tanto sereni non lo siamo.

Ma cerchiamo di analizzare le cose punto per punto. Apprendiamo che dopo l’ultima riapertura, la verifica delle emissioni avviene tramite un meccanismo di autocontrollo, lo stesso che veniva effettuato prima che l’impianto venisse fermato a causa delle emissioni di diossina. Speravamo che a seguito di tale accadimento quantomeno si cercasse, nei limiti della normativa, di imporre un sistema di controllo differente, ma evidentemente non è stato possibile.

Secondo quanto dichiarato dall’assessore provinciale tale autocontrollo viene effettuato settimanalmente, quindi deduciamo una volta a settimana; pertanto, anche qualora la verifica non evidenziasse dati negativi, avremmo la certezza che almeno un giorno a settimana l’impianto non emette diossina oltre i limiti di legge, ma rimarrebbero scoperti gli altri sei giorni, quindi tranquilli un giorno su sette, non tranquilli sei giorni su sette. Se è vero che si possono tirare in ballo le statistiche, è vero anche che tale ragionamento potrebbe avere un fondamento se e solo se la verifica venisse fatta a campione e da un soggetto terzo, ma così non è.

In merito alla questione dei limiti di legge, per dovere di chiarezza, è bene dire che dal 1997 lo Iarc ha classificato la diossina Tcdd in classe 1 come cancerogeno certo per l’uomo, quindi rispettare i limiti di legge non vuol dire essere certi di non danneggiare la salute. Inoltre, è bene ricordare che per produrre minore diossina si devono raggiungere altissime temperature, le quali però causano un aumento delle polveri sottili estremamente dannose per la salute. Da qualsiasi punto la si voglia guardare, la faccenda presenta problemi.

Altro elemento da prendere in considerazione è dato dal fatto che l’assessore Siveri parla di ‘sforamenti registrati nei mesi scorsi’ e di ‘fughe di diossina registrate alcuni mesi fa’. Deduciamo quindi che gli sforamenti sono stati molteplici e in mesi differenti. Non si capisce pertanto come si possa parlare di buon livello di collaborazione dato che la tempestiva informativa del primo sforamento avrebbe potuto evitare gli sforamenti dei mesi successivi. Risulterebbe inoltre che ai sindaci di Scarlino e Follonica l’informativa è stata data con mesi di ritardo e per noi questi non sono certamente tempi rapidi. Tutto questo, per affermare con forza che non è giusto tirare in ballo reputazione e turismo, imputando responsabilità ai comportamenti allarmistici di chi 24 ore su 24 è responsabile della salute di decine di migliaia di cittadini.

Siamo poi rammaricati dal fatto che l’assessore provinciale abbia voluto bacchettare gli ‘allarmisti’ e non abbia espresso neanche una parola negativa in merito al comportamento dell’azienda che non dando tempestiva informazione delle emissioni dei mesi scorsi ha quantomeno tradito la fiducia dell’amministrazione provinciale stessa. Politicamente desta perplessità, da qui il motivo del nostro intervento, l’iter con il quale si è arrivati alla riapertura dell’impianto. Anche nel caso in cui la legge non obblighi a sottoporre tale atto agli organismi politici, ci chiediamo per quale motivo l’assessore provinciale non abbia sentito la necessità politica, data l’importanza della questione, di effettuare una verifica, sottoponendo l’atto al Consiglio provinciale, o quanto meno alla Giunta provinciale, ma abbia lasciato tutto nelle mani dei tecnici della Provincia.

Fortunatamente, le strade per venirne fuori esistono, ce le impone la Comunità Europea, danno lavoro e dobbiamo iniziare a prenderle in considerazione fin da subito. Non si tratta di dire di no ad un impianto, non possiamo limitarci a questo concetto, si tratta di progettare un futuro per il nostro territorio, questo vorremmo che facesse il Partito Democratico, che si passasse cioè ad un livello più alto di politica, quello nel quale si pensa ad un futuro di lungo periodo e lo si fa traendo spunto dalle migliori possibilità che esistono, nell’interesse di tutti, in primo luogo dei cittadini”.

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