Aldo Valenza, consigliere del Pdl al Comune di Follonica, interviene sulla condotta del presidente del Consiglio comunale, Lanfranco Stefanelli, che ha minacciato più volte di lasciare l’incarico a causa delle tensioni interne al Pd e alla maggioranza:
“La soppressione dell’ufficio staff non ha portato alcun risparmio, ma solo disagi. E’ passato un anno e mezzo da quando l’amministrazione comunale decise di spostare la dipendente a disposizione del consiglio comunale dall’ufficio dove si trovava ad un altro, che però era in comune con altri funzionari, con compiti differenti. L’impiegata successivamente ha avuto dei problemi di salute e di fatto non è mai rientrata perché poi è sopraggiunto il suo pensionamento. Nessuno l’ha mai sostituita, le sue mansioni sono state divise tra il dirigente e un’altra dipendente: vista la delicatezza del ruolo la condivisione di un ufficio non è una scelta ottimale, e per di più tale cambiamento non ha portato a nessun effettivo risparmio per l’amministrazione”.
“Accade oggi – continua Valenza – che un dirigente e un funzionario abbiano delle incombenze in più che sicuramente vanno a rallentare la loro normale occupazione, ciò non può essere ricondotto a una revisione della spesa ma magari ad un aggravio del carico di lavoro che devono svolgere. Il parere del mio gruppo consiliare è che tale decisione debba essere ricondotta ad una azione meramente politica, perché così di fatto si ostacola il lavoro della minoranza, che aveva solo quella dipendente a cui chiedere documenti, atti, e altro ancora. Così oggi non esistono più i verbali delle commissioni consiliari, delle quali si occupava il funzionario in questione: manca la riservatezza per quanto riguarda gli accessi agli atti”.
“Purtroppo – prosegue il consigliere di minoranza – chi poteva far qualcosa in questo senso durante questo anno e mezzo non ha voluto far nulla: mi riferisco al presidente del consiglio che non ha mai risposto alle nostre richieste. Quella svolta dallo Stefanelli è solamente una funzione notarile, dato che nessuno di noi lo ha mai visto ad una commissione, così come arduo è trovarlo nel suo ufficio. Un esempio su tutti: dall’uscita di Charlie Lynn dal Pdl si è venuto a creare un nuovo gruppo politico di minoranza: bene, le commissioni dovrebbero essere composte da due esponenti dell’opposizione e da tre della maggioranza. Essendoci oggi un nuovo schieramento andavano modificati gli assetti di queste assemblee, e invece anche in questo caso il presidente non si è occupato della questione”.
“Dato la sua pressoché totale assenza in municipio la domanda che mi pongo e ci poniamo è questa – si chiede Valenza -: perché l’ufficio del presidente non viene dato a un dipendente che riprenda l’attività dedicata al consiglio comunale?”