Il 4 maggio del 1954, a Ribolla, le famiglie furono svegliate da un lungo lamento. La sirena delle tragedie suonò a lungo, quasi a sottolineare che laggiù, nel pozzo Camorra, in fondo alle gallerie che attraversavano il sottosuolo era successo qualcosa di eccezionale.
Morirono 43 minatori squarciati dall’esplosione di un gas tremendo, il grisou, che si forma nelle coltivazioni di lignite. Da allora “ai bordi di una breve pianura ondulata“, come scrissero Bianciardi e Cassola, si cerca di dimenticare il dolore e ricordare la fatica di un lavoro tremendo, la contraddizione di chi è morto per conquistare un futuro.
Quest’anno, dopo 61 anni sarà un giovane sindaco, Francesco Limatola, di origine meridionale come tanti operai che hanno lavorato a Ribolla, che l’hanno fatta nascere e sviluppare, a guidare le cerimonie de “La miniera a memoria“.
Da lunedì 4, giorno della tragedia, a domenica 31 maggio sono in programma tanti appuntamenti per ricordare il passato minerario di questo territorio.
La manifestazione, promossa dal Comune di Roccastrada con l’adesione di Coeso – Società della salute di Grosseto, Parco tecnologico archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, Provincia di Grosseto, Regione Toscana, Fondazione Bianciardi e la partecipazione dell’associazionismo locale, animerà i luoghi simbolo del villaggio minerario, proponendo momenti di riflessioni sui diritti dei lavoratori.
Un ricco calendario di appuntamenti con l’obiettivo di commemorare il più tragico evento della storia mineraria italiana e dare nuovo impulso al recupero della memoria storica: è per questo che quest’anno sono stati coinvolti il più possibile gli studenti delle scuole del territorio; saranno loro che, una volta conosciuti i fatti, dovranno mantenere viva la memoria di quegli avvenimenti e di quei morti.
“Sarà un mese ricco di eventi – spiega Francesco Limatola – eterogenei, dedicati al più vasto target di pubblico possibile. Abbiamo organizzato queste iniziative nella convinzione che la valorizzazione della memoria sia fondamentale per la costruzione dell’identità di una comunità piccola, ma ricca di valori quali la cultura del lavoro e della fatica, come quella di Ribolla”.
“Tra i minatori di Ribolla si era diffuso un sano spirito di amicizia e di solidarietà – continua Limatola – perchè la loro vita dipendeva dal lavoro di ognuno di loro e questi stessi ideali animano ancora oggi la frazione di Roccastrada”.
“Questi eventi – conclude il sindaco di Roccastrada – rappresentano un percorso che ricostruisce la vita di Ribolla e che ricrea il clima che si respirava in queste zone al tempo delle miniere: un’atmosfera carica di lavoro e di sacrificio, ma anche di svago e di divertimenti, come le attività sportive o i concerti in paese”.
Il programma
“La miniera a memoria” inizia lunedì 4 maggio, giorno della ricorrenza della tragedia, alle 10, al Monumento al minatore, per la deposizione della corona commemorativa, alla presenza delle autorità, del segretario generale della Cgil Toscana, del vescovo di Grosseto Rodolfo Cetoloni e degli alunni della scuola media di Ribolla. L’iniziativa proseguirà al Pozzo Camorra con la deposizione delle corone e la messa all’aperto.
Alle 13, è in programma il pranzo sociale agli impianti sportivi, organizzato da Cgil ed Auser. Alle 15.30, all’ex cinema Porta del Parco, sarà inaugurata la mostra “Disegni ed opere dai mondi della miniera”, realizzata dai ragazzi della scuola. Seguirà la presentazione del plastico della miniera di Ribolla (nella foto sotto) realizzato da Andrea e Simone Luschi.
“Io e mio figlio Simone siamo appassionati di modellismo ferroviario – spiega Andrea Luschi – e abbiamo realizzato ricostruzioni della maggior parte delle stazioni del comune di Roccastrada. Nel plastico che presenteremo il 4 maggio, abbiamo riprodotto la nuova cernita della miniera di Ribolla ed abbiamo ricostruito il pozzo Raffo. Il nostro auspicio è che il plastico possa essere esposto in modo permanente alla Porta del Parco anche come omaggio nostro zio, morto in miniera nel 1938”.
“Il plastico si compone di due pannelli – aggiunge Simone Luschi – che ricostruiscono in modo statico le attività dei minatori. Abbiamo ricostruito il tratto di ferrovia che portava i minatori da Giuncarico a Ribolla e alcuni edifici che ormai non esistono più”.
Nella foto in alto, da sinistra: Andrea Luschi, Francesco Limatola e Simone Luschi