Sarà Davide Cerullo, 40enne napoletano del quartiere Scampìa, il primo dei tre testimoni per il percorso “Sentieri di giustizia”, che Caritas proporrà tra la fine di marzo e la metà di maggio a tutta la cittadinanza.
Tre incontri – il 26 marzo, il 27 aprile e l’11 maggio – con altrettanti testimoni del nostro tempo – un laico, un sacerdote, una religiosa – che hanno fatto della loro vita un’occasione per riscattare la vita degli altri.
Davide Cerullo sarà a Grosseto lunedì 26 e martedì 27 marzo, per aprire la settimana santa. Nel corso delle due mattine incontrerà alcune scolaresche per portare la sua testimonianza, mentre la sera del 26 marzo (alle 21, all’Aurelia Antica multisala) terrà un incontro pubblico aperto a tutti dal titolo “Il Vangelo secondo Scampìa”. Tornerà poi il 25 aprile al Monastero di Siloe per il secondo Meeting dei giovani delle diocesi di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Davide Cerullo ha una storia di morte e resurrezione alle spalle. Durante un soggiorno nel carcere di Poggioreale, molti anni fa, comincia a sfogliare il Vangelo: qualcuno ne aveva lasciata una copia sulla sua branda, durante l’ora d’aria. Dal confronto con la Parola di Dio inizia un percorso di risalita. Davide strapperà alcune pagine di quel Vangelo, che porterà sempre con sé e che saranno fonte di inquietudine. Il suo non è stato un cambiamento immediato. Infatti, dopo essere uscito di prigione, torna alla vita di prima. Ma i rimorsi, il vuoto e l’insoddisfazione non gli danno tregua. E così inizia a intravedere una possibilità di riscatto, imparando a vivere una vita normale.
Oggi Davide Cerullo vive tra Scampia e la provincia di Modena, ha una moglie ed è padre di due figli. Fino a qualche tempo fa faceva il camionista. Ha due passioni: la fotografia e la poesia. Nella sua testa un tarlo: il destino dei bambini di Scampia. La sua storia è diventata un bellissimo libro: “Poesia cruda. Gli irrecuperabili non esistono”, in cui racconta cosa significa vivere a Scampia, crescere in una famiglia povera e anaffettiva, cedere alle lusinghe di facili guadagni e riuscire, poi, a cambiare il corso del proprio destino.
Di lui, lo scrittore napoletano Erri De Luca ha detto: “È un tizzone scampato ad un incendio”.