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Da Castell’Azzara il progetto internazionale Recoil per il recupero degli olii esausti

di Roberto Lottini
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Raccogliere l’olio vegetale esausto per trasformarlo poi da rifiuto in energia. Questo l’obiettivo del progetto Recoil, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Life+, che si propone di realizzare una filiera per il recupero dell’olio vegetale usato in cucina (come oli di frittura e di cottura, oli usati per i condimenti, ecc.), tramite il porta a porta, seguendo poi costantemente l’andamento della raccolta domiciliare e valutandone i risultati.

Tra i partner del progetto, oltre al capofila AzzeroCO2, anche Legambiente e il Comune di Castell’Azzara, dove a partire dal prossimo luglio comincerà, una volta al mese, la raccolta domiciliare porta a porta dell’olio vegetale esausto, che durerà un anno per la fase di sperimentazione.

“Questo progetto si pone l’obiettivo di raccogliere l’olio alimentare esausto per utilizzarlo nella produzione di biodiesel – ha spiegato Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente -. Per raggiungere questo importante scopo c’è bisogno della collaborazione di tutti i cittadini e ringrazio il Comune di Castell’Azzara che ancora una volta si è dimostrato molto sensibile alle tematiche ambientali”.

L’olio esausto ha una capacità di inquinamento molto elevata – ha concluso Gentili e proprio per questo motivo l’iniziativa che oggi presentiamo è di un’importanza fondamentale. Il mio auspicio è che Castell’Azzara faccia da apripista ad altri Comuni della provincia di Grosseto affinchè la raccolta possa essere allargata ad altri territori e possa prendere campo all’interno di ristoranti o sagre, che sono i principali protagonisti nel campo della ristorazione”.

Questo progetto – ha dichiarato Marco Sabatini, vicepresidente della Provincia di Grosseto – è la testimonianza che il lavoro in simbiosi di alcune istituzioni ed enti permetta di ottenere risultati eccellenti nell’ambito dell’ecosostenibilità ambientale. La raccolta di olio esausto può avere anche delle ricadute importanti a livello economico e favorire l’occupazione; quindi, è importante una capillare attività di sensibilizzazione per coinvolgere più persone possibili in questa iniziativa”.

Purtroppo – ha affermato Ilaria Bientinesi di AzzeroCo2 -, le persone sono convinte che gli oli vegetali non inquinino e, quindi, tendono a gettare i residui all’interno di fogne e tubature, con gravi danni a questi impianti, ma anche alle falde acquifere. Inoltre, a causa di questi comportamenti scorretti si rischia di danneggiare anche le radici delle piante, impedendo il naturale scambio di ossigeno tra i vegetali e l’aria”.

“Questo progetto – ha continuato Ilaria Bientinesi – è partito nella sua fase ideativa nel settembre 2010 e si concluderà nel 2014. La prossima settimana saranno distribuiti gli imbuti utilizzati per raccogliere l’olio esausto agli abitanti di Castell’Azzara, insieme ai depliant illustrativi con tutte le spiegazioni dell’iniziativa. Dopo un mese dall’inizio della sperimentazione saranno ritirate le bottiglie, l’olio sarà purificato e, infine, al termine di questo ultimo passaggio potrà produrre biodiesel”.

Per un piccolo comune come il nostro – ha aggiunto Flavio Mambrini, sindaco del Comune di Castell’Azzara – questo progetto è un ulteriore passaggio virtuoso che ci caratterizza. Abbiamo messo in piedi meccanismi virtuosi con i cittadini, dalla differenziata al compostaggio domestico, e ci tengo a sottolineare che tutti insieme stiamo lavorando molto bene. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, infatti, siamo infatti passati in poco tempo dal 17% al 54%, diventando il Comune più ‘riciclone’ della provincia. Purtroppo oggi per i piccoli Comuni è difficile portare avanti questi percorsi perché siamo veramente abbandonati dalle istituzioni e la sola volontà non basta più. Ringrazio quindi tutti i partner che ci hanno affiancato e sostenuto in questa sperimentazione”.

I residui di oli vegetali, se non smaltiti correttamente, possono provocare danni all’ambiente, alla flora e alla fauna. In particolare, se buttati negli scarichi fognari, rendono meno efficace il processo di depurazione dell’acqua, o possono renderla non potabile quando raggiungono la falda acquifera. Se sversati invece nei corsi d’acqua o in mare creano un velo in superficie che impedisce il naturale scambio di ossigeno con aria, con gravi conseguenze per gli ecosistemi.

In Italia, dove si stima ogni anno siano prodotte oltre 250mila tonnellate di olii vegetali esausti, di cui più della metà prodotto da consumo domestico, la raccolta dell’olio vegetale esausto potrà essere diffusa solo con la modifica della legge attuale (Codice Ambientale Dlg. 205/2010) e grazie ad attività di sensibilizzazione come quella che sarà sperimentata con il Progetto Recoil.

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