Home Colline del Fiora “L’autoritratto è implicito”: incontri in biblioteca con la fotografa Moira Ricci

“L’autoritratto è implicito”: incontri in biblioteca con la fotografa Moira Ricci

L'iniziativa è in programma sabato 23 novembre

di Redazione
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Montemerano (Grosseto). Con Moira Ricci, fotografa e artista multimediale, maremmana di origine, l’Accademia del Libro ripropone alla biblioteca comunale di storia dell’arte di Montemerano, sabato 23 novembre, la formula dell’incontro con l’artista.

Sarà Moira Ricci stessa, infatti, a parlare del proprio lavoro, conversando con la critica d’arte Ersilia Agnolucci.

Attiva tra Grosseto, Rimini e Milano, considerata una dei nomi più interessanti dell’arte contemporanea italiana, è attualmente presente con un’opera al Santa Maria alla Scala di Siena nella mostra “Costellazioni” e ha partecipato al Museo Pecci di Prato con altre undici artiste toscane nell’esposizione site specific “Colorescenze: Artiste, Toscana, Futuro”.

Vincitrice del bando ministeriale per l’arte contemporanea, ha portato al Mufoco-Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo la sua personale dal titolo “20.12.53-10.08.04″, date di nascita e di morte della madre Loriana. Cinquanta fotografie scelte dall’artista tra gli album di famiglia, dove, con un lavoro al Photoshop, ha inserito la sua immagine, un autoritratto contestualizzato visivamente ed esteticamente, in modo da ripercorrere la vita della madre e con quella gli anni Cinquanta. Madre e figlia non saranno più insieme, ma lo saranno per sempre nella dimensione virtuale.

“La fotografia è il linguaggio che predilige e lo usa con la manipolazioni digitale per oltrepassare il dato fattuale – dichiara Ersilia Agnolucci -. Grazie ad un uso ragionato e minimale del Photoshop, l’artista varca lo specchio tra immaginario e reale. L’intero progetto ha finito per essere terapeutico per l’artista stessa. Oltre a ciò, introduce ipotesi su tematiche di grande attualità. In un mondo basato sull’indifferenza, sull’aridità del sentimento e povertà di memoria, questo tipo di fotografia finalizza la manipolazione all’invenzione di mondi desiderati, consente di fare vivere insieme i vivi con chi abbiamo perduto”.

La stessa operazione l’ha condotta per la sua terra d’origine, con il ciclo di “Dove il cielo è più vicino”.

“Opera che racconta in più lavori la storia di una giovane donna partita con la voglia di dimenticare il mondo di provenienza, che man mano si trasforma invece in nostalgia, e successivamente in consapevole desiderio di immersione, per confonderlo con il suo trascorso e con il suo presente. In Moira Ricci i linguaggi si intrecciano e si mescolano i tempi dal passato al futuro”, dichiara ancora Ersilia Agnolucci.

Presentato nel 2014 alla Tenuta dello Scompiglio a Capannori, “Dove il cielo è più vicino” è composto da una serie di foto delle case nei poderi dell’Ente Maremma durante la bonifica, case a cui l’artista ha cancellato porte e finestre, come a significare la fine della cultura contadina.

Poi due video: il primo sui lavori di recupero, sovrastati da un anello di fuoco, il secondo su tutte le fasi della costruzione – con padre, amici e contadini – di una sorta di trebbia-astronave per andare via, ma che via non è andata e resta testimone del presente.

L’opera è stata portata e resa visibile anche in Maremma, nella campagna vicino a Magliano.

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